Si consolida ulteriormente il legame tra Ca’ del Bosco e l’arte con un nuovo progetto: il Premio Scultura Ca’ del Bosco di cui è vincitrice l’artista siciliana Irene Coppola con la sua installazione handandland. Con questa vittoria Irene Coppola si è aggiudicata un premio in denaro a titolo di riconoscimento del merito personale, oltre a una somma destinata alle spese per la realizzazione effettiva dell’opera che d’ora in poi farà parte in modo permanente del parco sculture di Ca’ del Bosco, entrando così di diritto nella collezione d’arte della cantina.

La giuria del Premio Scultura Ca’ del Bosco
Il progetto – nato dalla partnership con Fondazione Venetian Heritage, fondazione internazionale non profit che sostiene iniziative culturali – ha visto una giuria autorevole presieduta da Toto Bergamo Rossi e composta da Mario Codognato (Direttore della Fondazione Berggruen, Venezia), Davide Dotti (critico d’Arte, curatore di Palazzo Martinengo, Brescia), Arturo Galansino (Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze), Pepi Marchetti Franchi (Senior Director Gagosian), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino) e Maria Luisa Frisa (teorico della moda e curatore).
Come spiega la stessa Coppola: «L’opera è stata costruita ad hoc per la cantina e vuole omaggiare il rapporto tra corpo e territorio, una relazione che andrebbe ricucita a livello globale vista l’attuale situazione politica. E’ frutto della perizia artigianale, in vetro sagomato in pasta verde di murano che quando si carica il neon si accende di colori intensi che richiamano la terra e il Cuvèe Prestige di Ca’ del Bosco».

Maurizio Zanella, presidente di Ca’ del Bosco ha dichiarato: «Ca’ del Bosco significa innanzitutto ascoltare la natura e dare alle sue variabili forme la possibilità di esprimersi attraverso l’aiuto dell’uomo che si fa custode di un territorio straordinario coltivandolo, ma non consumandolo. Irene Coppola ha saputo interpretare i valori di Ca’ del Bosco, fornendo una visione molto moderna e inedita del tralcio di vite. Il supporto di Venetian Heritage e, in particolare, del suo direttore Toto Bergamo Rossi nell’individuazione di una giuria di qualità che, a sua volta, sapesse interpretare il sogno di Ca’ del Bosco ha favorito la perfetta riuscita del progetto. Il motto di Venetian Heritage è “Restoring the past, building the future”, un concetto che non è molto diverso dall’equilibrio fra la tradizione e l’innovazione che, da sempre, guida la rinascita della nostra cultura del vino e che Irene Coppola ha voluto e saputo far suo».

Il percorso artistico di Ca’ del Bosco
Un perfetto connubio tra arte, natura e cultura del territorio: Ca’ del Bosco approfondisce ulteriormente il rapporto tra il mondo del vino e quello dell’arte, una storia che nasce fin dagli anni Settanta quando Maurizio Zanella, presidente di Ca’ del Bosco, percepisce il profondo legame fra il vino e l’immaginazione artistica, entrambi un risultato di un’unione magica fra la Natura, il pensiero, l’anima e i sensi. Non a caso l’ingresso stesso della tenuta è segnato dal Cancello Solare, l’opera commissionata ad Arnaldo Pomodoro nel 1985 e posizionata in situ nel 1993, una struttura circolare di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali di bronzo ciascuno.

Ma questa è soltanto la porta di accesso in un mondo che, da quando furono piantati i primi vigneti nel 1968, è stato costruito come un avamposto del rinascimento enologico italiano in cui trova posto una delle più moderne e tecnologiche cantine italiane, oltre a una Galleria d’Arte diffusa che dialoga, all’interno e all’esterno, con opere di assoluta importanza. Come, tra le altre, Eroi di luce di Igor Mitoraj, Codice Genetico di Rabarama, Il peso del tempo sospeso di Stefano Bombardieri, Blue Guardians di Cracking Art, Water in dripping di Zheng Lu, Il Testimone di Mimmo Paladino e Sound of Marble di Tsuyoshi Tane.
