Holden non ha bisogno di molto: gli basta uno studio in cui potersi muovere liberamente per poter creare la propria musica. «Il mio sogno è quello di riuscire a lavorare in uno studio che non sembri un bunker sotterraneo (ride, ndr). So che è difficile trovare studi di registrazione luminosi e all’aria aperta, ma sogno di riuscire a registrare in uno con una bella vista. Magari vicino al mare». Certo, alla fine la location influisce poco sul risultato e Holden lo sa bene. Che sia la sua cameretta o un luogo più professionale, Joseph Carta ha sempre realizzato la propria musica affidandosi interamente alle proprie possibilità e alla grande passione che lo anima.
Classe 2000, il suo nome d’arte prende ispirazione dal protagonista del romanzo di J. D. Salinger Il giovane Holden, nel quale l’artista si rivede e si identifica per la forza d’animo e le aspirazioni. Il cantautore si distingue proprio per l’impegno nella realizzazione in prima persona di tutte le sue produzioni, un unicum artistico che dimostra una conoscenza tecnica della musica e una visione creativa tali da permettergli di esprimersi al meglio.
Ha partecipato all’edizione 23 di Amici di Maria de Filippi, durante la quale si è aggiudicato il Premio delle Radio. Un’esperienza che descrive come «stupenda, ma impegnativa sotto tutti i punti di vista». Si spiega: «Devi pensare che ogni puntata richiede un grandissimo dispendio di energie, perché ci si mette in gioco costantemente, sia a livello emotivo che fisico, che psicologico. È un’esperienza totalizzante, che non si limita alle 3 ore di registrazione della singola puntata. Mi ha dato tanto, ho imparato molto».
Oggi, dopo 8 mesi di convivenza e di lavoro a stretto contatto con le stesse persone, negli stessi posti, è libero di viaggiare e di incontrare i suoi fan, grazie al tour promozionale dell’ultimo EP.

JOSEPH, l’EP con cui Holden si rivela
Uscito a maggio, JOSEPH è stato presentato in 19 instore sparsi per tutta Italia. 19 tappe di cui l’ultima lo vede al Circo Massimo di Roma, proprio la sera del giorno in cui lo intervistiamo. «Mi rende tanto felice tornare qui a Roma, dove tutto è iniziato, per concludere l’esperienza. È stato un instore tour molto appagante e ricevere il calore di così tante persone che mi seguono è stato davvero incredibile».
JOSEPH racchiude il nuovo percorso musicale di Holden: con sei brani scritti, composti e prodotti dal cantautore, l’album è un’esplorazione sonora che abbraccia una vasta gamma di influenze, dalla dimensione urban all’elettronica, passando per la suggestiva dimensione cantautorale. In ogni traccia, l’artista conferma la sua capacità di reinventarsi e di catturare l’attenzione del pubblico con un sound personale e innovativo. L’EP contiene sei tracce, di cui quattro pubblicate nel corso dell’ultimo anno: i singoli DIMMI CHE NON È UN ADDIO e NUVOLA, già certificati disco d’oro, SOLO STANOTTE e RANDAGI. Completano la tracklist di JOSEPH i brani inediti OSSIDIANA e NON SIAMO PIÙ NOI DUE (feat Gaia).

Quando gli chiedo perché è così importante avere il controllo su tutti gli aspetti di ciò che crea, lui risponde che: «In realtà è un processo abbastanza naturale, perché quando c’è un pezzo ancora in fase embrionale in realtà io ho già un’idea nella testa di come lo vorrei una volta finito. C’è un detto tra produttori secondo il quale un pezzo non lo finisci mai, lo abbandoni. Aggiungeresti e toglieresti sempre qualcosina e così un pezzo potenzialmente non sarebbe mai finito. Dunque, la sfida sta proprio nel sapersi fermare e abbandonare quel pezzo, riuscendo a dargli giustizia il più possibile in quel formato finale. Ma è un processo abbastanza naturale davvero. Quando lo riascolto capisco come manca o cosa si potrebbe migliorare sia a livello di testo che di sonorità e quant’altro. È come se percepissi le sue necessità una volta che lo ascolto».
Aggiunge poi il ruolo fondamentale che gioca il fattore temporale: «avere il tempo per realizzare un pezzo è importante. Certo non ci si può prendere troppo con calma perché si rischia di perdere la vita su un unico brano, ma credo che ciascuno di essi sia come un figlio e di conseguenza richieda cura e accorgimenti particolari ogni volta in modo differente e in base alle sue esigenze. Magari a primo acchito risalta la scrittura oppure la produzione, quindi di conseguenza lavori allo scopo di controbilanciare l’altra parte in modo tale che tutto risulti al meglio possibile. Ci tengo che i pezzi raggiungano un certo livello, un determinato standard personale, che è alto.
Certo, esistono casi in cui il tutto richiede pochissimo tempo magari, perché fatalità tutto funziona al meglio fin da subito e non c’è bisogno di metterci le mani sopra troppo. NUVOLA ne è un esempio, era pronto in due giorni circa».

Una questione di “equilibrio”, dunque. Un termine che Holden utilizza spesso quando parla di obiettivi, sia a livello di carriera che di vita privata. «Trovo sia difficile essere contenti e soddisfatti appieno di un proprio pezzo. Per me, se non altro, sicuramente lo è. Miro a trovare il giusto equilibrio tra le varie parti che compongono il brano, finché non sento che funziona. Succede un po’ a tentativi, ma quando è pronto lo riconosci, perché lo hai davanti così com’è e capisci che la sua anima è quella lì. Se parliamo di JOSEPH, però, devo ammettere che è stato davvero tosto portare a termine il progetto, soprattutto per quanto riguarda il processo creativo».
«Come sai è stato realizzato contemporaneamente alla mia esperienza ad Amici, e precisamente durante il periodo più importante della trasmissione ossia quello del serale. Mi sono visto costretto a suddividere il tempo tra la stesura dei pezzi dell’EP e la preparazione delle puntate. È stato davvero faticoso, sia psicologicamente che fisicamente perché spesso dormivo poco, lavoravo costantemente. Ho trovato difficile riuscire a risultare performante in entrambi i campi allo stesso tempo». Continua: «Ricordo quest’occasione quando dopo una puntata siamo tornati tutti in casetta per andare a dormire. Io invece sono stato in studio a registrare un pezzo fino alla mattina dopo, quando è cominciata la lezione e io ero ancora lì dalla sera prima. Per questo motivo parlo di ritrovare un equilibrio, quando penso al futuro. Come dicevo prima, la musica ha bisogno di tempo».
L’impegno estremo che sta dietro la realizzazione di JOSEPH lo rende un progetto ancora più caro a Holden, ancora più personale, perché gli ha insegnato a lavorare sotto tempi più stretti di quelli a cui era abituato. Di conseguenza, ha imparato a prendere delle scelte in modo nuovo e con un atteggiamento inedito rispetto al solito. In qualche modo, ha indagato un nuovo lato di sé e del suo modo di rapportarsi alla sua musica. È da qui che proviene la scelta del proprio nome di battesimo per l’EP.
Il programma dell’estate e il primo tour
«Ora passerò l’estate a esibirmi e sono contento, perché ci vedo la conclusione di un percorso. È la fine di un’esperienza che mi ha segnato e che rimarrà uno dei pilastri della mia vita. Adesso posso raccogliere i frutti di tutto quello che è stato fatto finora».
Tra poco cominceranno i preparativi dell’HOLDEN TOUR 2024. Si tratta del primo tour del cantautore, con undici appuntamenti dal vivo in alcuni dei club più noti delle principali città italiane, con doppie date a Roma e Milano. In questo tour, prodotto e organizzato da Live Nation, Holden porterà dal vivo il carisma e l’energia dei brani di JOSEPH.
«Il tour inizierà a novembre e non vedo l’ora perché sarà un’occasione per portare pezzi che non ho mai suonato e cantato dal vivo. Oltre al nuovo EP, infatti, porterò anche un disco che era uscito durante la pandemia che non ho mai potuto suonare! Perciò questo prossimo tour lo vivrò anche come una rivincita. Sarà bellissimo riportare in vita e offrire al pubblico quei brani con cui emozionarsi. Sarà un’esperienza incredibile».
La prima tappa del tour si terrà il 13 novembre a Firenze, per poi proseguire il 14 novembre a Perugia, il 16 novembre a Bari, il 17 novembre a Napoli, il 19 e 20 novembre a Roma, il 23 novembre a Roncade (TV), il 24 novembre a Bologna, il 26 novembre a Torino e si concluderà con le due date di Milano (Magazzini Generali) il 28 e 29 novembre.
«Ci tengo che venga fuori qualcosa di memorabile. Vorrei riuscire a offrire un’esperienza fatta in un certo modo, come la immagino quando chiudo gli occhi. Sono molto esigente. Sicuramente l’obiettivo finale però resta quello di divertirsi cantando tutti insieme, di godere del contatto umano che si crea solo con le esibizioni live. Ci tengo davvero che si rivelino date indimenticabili, sia per il pubblico che per me stesso».

Credits
Photographer Roberto Graziano Moro
Stylist Nick Cerioni