Chiara Bossio, giovane e talentuosa designer, ha saputo trasformare una passione coltivata fin dai tempi delle scuole superiori in un percorso professionale distintivo e ricco di prospettive. Laureatasi in Fashion Design presso lo IED di Torino, ha affinato le competenze tecniche acquisite durante gli studi superiori, specializzandosi nella progettazione di collezioni, nello styling e nell’illustrazione. Il suo lavoro si distingue per un’attenta analisi critica delle dinamiche sociali e culturali che influenzano l’immagine corporea, tematica che ha approfondito nel progetto Effigie.
Attraverso Effigie, Chiara esplora il ruolo dei mass media nella creazione di stereotipi, utilizzando il caos generato da tali rappresentazioni come forza rigenerativa e ispiratrice di un desiderio creativo e rivoluzionario. Questo approccio ambisce non solo a stimolare un cambiamento personale, ma a promuovere una trasformazione collettiva e politica.
Appassionata di denim, che considera un materiale democratico e incredibilmente versatile, e di illustrazioni, viste come strumenti per esplorare dettagli e strutture, Chiara ha saputo coniugare questi interessi in progetti originali e sperimentali. Durante il suo percorso accademico, ha collaborato con Blue Jeans Lavanderie a Breganze, approfondendo tecniche di nobilitazione del tessuto e sviluppando lavorazioni innovative che combinano cuciture, abrasioni e manipolazioni.
Le sue creazioni hanno già catturato l’attenzione di stylist e magazine, vestendo artisti come Mr. Rain, BigMama e Francesca Amara, e anticipano nuove collaborazioni e progetti futuri. Chiara trae ispirazione da designer come Glenn Martens e Franco Moschino, oltre che dalla moda storica, in particolare dagli anni ’20 e ’50, che reinterpreta in chiave contemporanea.
Attraverso un approccio creativo che unisce ricerca, sperimentazione e un forte impegno sociale, Chiara Bossio si conferma come una delle voci emergenti più interessanti nel panorama del fashion design italiano. In questa intervista, ci racconta il suo percorso, le sue ispirazioni e i progetti che ha in cantiere.

«da piccola ho sempre disegnato, sia in ambito moda sia in altro. Lo vedo come un modo per evadere dalla realtà»
Come ha avuto origine la tua passione per il design e quali obiettivi guidano il tuo lavoro?
Mi sono laureata in Fashion Design presso l’Istituto Europeo di Design, proseguendo un percorso iniziato già alle superiori, dove ho frequentato un istituto di moda che mi ha fornito le basi di disegno e modellistica. Queste competenze mi hanno spinta a perfezionarmi nel fashion design, sviluppando un forte interesse per progettazione di collezioni, storia della moda, styling e illustrazione. Durante l’università, ho scoperto la passione per il denim e le sue nobilitazioni, collaborando con Blue Jeans Lavanderie a Breganze per approfondire questa specializzazione. Da qui nasce il mio progetto, incentrato su un’analisi critica del ruolo dei mass media nella costruzione di stereotipi legati all’immagine corporea, che influenzano dinamiche sociali e politiche. Il caos generato da tali rappresentazioni diventa un elemento rigenerativo, fonte di un desiderio creativo e rivoluzionario che sfida queste imposizioni. L’obiettivo non è solo un cambiamento personale, ma una trasformazione collettiva e politica legata alla nostra effigie.
Il denim e l’illustrazione rivestono un ruolo centrale nel tuo processo creativo. Qual è il significato simbolico e funzionale che attribuisci a questi elementi?
Reputo il Denim come qualcosa di profondamente democratico e molto manipolabile, sempre presente in ogni periodo storico. Quello che mi affascina è la sua mutabilità. Per quanto riguarda le illustrazioni, da piccola ho sempre disegnato, sia in ambito moda sia in altro. Lo vedo come un modo per evadere dalla realtà, oppure nel caso in cui realizzo dei rendering di d’oro già esistenti mi permette di soffermandomi maggiormente sui particolari e strutture
Puoi raccontarci quali sono stati finora i progetti più significativi che hai realizzato e quali collaborazioni hanno segnato il tuo percorso?
Da quando mi sono laureata, ho continuato a portare avanti la mia visione creativa, collaborando con diversi stylist e magazine. Ad oggi, i miei capi sono stati indossati da artisti come Mr. Rain, BigMama e Francesca Amara. E presto arriveranno altre novità!

La nuova collezione Effigie
«Mi piace trarre ispirazione da periodi storici specifici, in particolare gli anni ’20 e ’50, reinterpretandoli attraverso il mio stile e adattandoli alla contemporaneità»
Quali fonti di ispirazione consideri fondamentali per alimentare la tua creatività e come queste influenzano il tuo approccio progettuale?
Sicuramente, tra le mie principali ispirazioni c’è Glenn Martens per la sua estetica innovativa e Franco Moschino per il suo pensiero fuori dagli schemi. Inoltre, colleziono riviste e libri di moda, che rappresentano una fonte inesauribile di idee e creatività per il mio lavoro.
Qual è il processo che segui nello sviluppo di una nuova collezione e quali sono gli aspetti che ritieni imprescindibili in questa fase?
Per sviluppare una nuova collezione, analizzo i trend attuali senza farmi troppo condizionare, evitando di cadere nella “gabbia” che potrebbe limitare la creatività. Mi piace trarre ispirazione da periodi storici specifici, in particolare gli anni ’20 e ’50, reinterpretandoli attraverso il mio stile e adattandoli alla contemporaneità.
Le tue tecniche di lavorazione si distinguono per originalità e sperimentazione. Potresti descrivere alcune delle metodologie che utilizzi per personalizzare i tuoi capi?
Oltre i lavaggi sul denim, realizzo manipolazioni sui tessuti mischiando tecniche di cucitura e di abrasione con il trapano Dremel. Questo mi permette di valorizzare e personalizzare ogni capo in modo unico. In generale, amo sperimentare e andare oltre i limiti delle lavorazioni tradizionali.

La nuova collezione Effigie