Scoperto dal regista e sceneggiatore Claudio Giovannesi, Francesco Di Napoli mai avrebbe immaginato di confrontarsi con una carriera da attore. Napoletano, classe 2001, il giovane esordisce in La paranza dei bambini – film dello stesso Giovannesi, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale 2019 – aggiudicandosi il Premio Ciak come rivelazione dell’anno. Quel progetto rappresenta per Di Napoli un vero e proprio punto di non ritorno; una svolta decisiva verso un promettente futuro nello scintillante mondo del cinema.
Dopo La paranza, infatti, l’attore conquisterà il ruolo di Wiros nelle due stagioni di Romulus, acclamata serie Sky sviluppata in una suggestiva Roma antica. In seguito prenderà parte al film La notte più lunga dell’anno, di Simone Aleandri, e alla serie Rai Mina Settembre.
Francesco Di Napoli torna ora sul grande schermo con il film Hey Joe, ambientato nel 1971 proprio nella sua città natale. Qui si cala nei panni di Enzo, un venticinquenne che, ad un certo punto, si trova faccia a faccia con il padre biologico, un veterano americano che per il figlio non c’è mai stato. Ad interpretare il ruolo di questo genitore assente è il grande James Franco, da sempre idolo di Francesco. «Ho memorizzato tutto il copione a distanza di due mesi e mezzo dall’inizio delle riprese, proprio per arrivare di fronte a James Franco il più preparato possibile» ci racconta lo stesso Di Napoli, a tratti ancora incredulo di aver potuto lavorare al fianco di un così importante nome del cinema.
Hey Joe, diretto da Claudio Giovannesi, sarà disponibile in tutte le sale da giovedì 28 novembre.


«Degli interpreti americani ammiro molto l’abilità espressiva, è la dote a cui io personalmente ambisco di più»
Come nasce la tua passione per la recitazione e in che modo hai mosso i primi passi in questo mondo?
La mia passione per il cinema nasce dal momento in cui ho preso parte al progetto La paranza dei bambini, film di Claudio Giovannesi. Prima di allora non avevo mai pensato di fare l’attore, vedevo la recitazione come un qualcosa di molto distante da me e non credevo nemmeno di avere i mezzi per una simile carriera.
All’epoca Claudio mi scoprì attraverso una fotografia e da lì venni chiamato per partecipare a un provino. Al primo provino non mi presentai (ride, ndr). Ero un ragazzo piuttosto timido e pensare di intraprendere un progetto attoriale mi sembrava davvero surreale. In seguito mi affiancarono una acting coach, Eleonora Danco, che mi fece salire in piedi su una sedia di fronte a quaranta ragazzi chiedendomi di urlare a gran voce la frase “Io sono Zeus”. Ricordo come fosse ieri di aver pensato “Ma io che sto facendo?”, poi però mi sono reso conto di come quella cosa mi avesse aiutato a sbloccarmi e a far sparire i timori iniziali.
Fin dal primo giorno sul set mi sono totalmente innamorato del contesto, mai però avrei immaginato che, di lì a poco, altri progetti mi avrebbero coinvolto. Dopo La paranza dei bambini, infatti, mi chiamarono per il provino di Romulus, venni preso e da lì iniziò tutto.
Da quali nomi del grande schermo ti senti particolarmente ispirato nel tuo lavoro di attore? Perché?
Io sono un amante del cinema neorealista. In generale più che guardare ai registi mi piace seguire gli attori – forse perché, svolgendo la loro stessa professione, li sento più vicini a me. Considerando il panorama cinematografico italiano un grande modello di riferimento è senza dubbio Alessandro Borghi. Sotto vari punti di vista mi rivedo nella sua storia (per esempio anche lui, come me, ha iniziato con i primi progetti attoriali supportato dalla mia stessa agenzia, all’età di 17 anni).
Guardando invece alla scena americana, il mio attore preferito e da cui mi sento profondamente ispirato è Al Pacino. Degli interpreti americani ammiro molto l’abilità espressiva, è la dote a cui io personalmente ambisco di più.


Francesco Di Napoli a proposito del nuovo film Hey Joe: «Nel momento in cui ho scoperto che sarebbe stato proprio James Franco il protagonista, non nascondo di aver provato un certo timore misto a trepidazione»
Parlando di progetti recenti, ti vediamo sul set di Hey Joe, film di Claudio Giovannesi dal 28 novembre al cinema. Come è stato lavorare al fianco di James Franco? E potresti anticiparci qualcosa riguardo il tuo personaggio?
Fin da ragazzino sono sempre stato un grande fan di James Franco, l’ho adorato soprattutto in Spider-Man e 127 ore. Nel momento in cui ho scoperto che sarebbe stato proprio lui il protagonista in Hey Joe non nascondo di aver provato un certo timore misto a trepidazione. Per una settimana buona sono rimasto scioccato dalla notizia, ho memorizzato tutto il copione a distanza di due mesi e mezzo dall’inizio delle riprese proprio per arrivare di fronte a James Franco il più preparato possibile. Girare con lui è stato bellissimo, è una persona molto disponibile e ha un’espressività fenomenale. Lavorando al suo fianco ho imparato molto.
A proposito del mio ruolo nel film, invece, io mi calo nei panni di Enzo, un ragazzo napoletano di 25 anni con un figlio. Nel corso della narrazione si ritroverà faccia a faccia con il suo vero padre, un uomo assente, ora tornato a Napoli. All’inizio Enzo prova rabbia e diffidenza nei suoi confronti, solo successivamente crescerà in lui un barlume di fiducia e speranza (in particolare la speranza di vivere una vita nuova in America con il padre). In seguito, però, il tutto sfocerà in una generale delusione.
Per diversi aspetti mi ritrovo molto nel mio personaggio. Siamo entrambi napoletani e all’incirca coetanei, poi con lui condivido il forte sentimento di amore nei confronti della famiglia. A differenza sua io non ho un figlio, però in compenso ho tre nipotine (ride, ndr).
Sei tra i giovani attori più interessanti del periodo. Ti aspettavi il successo che hai riscosso? Come lo vivi?
Non mi sarei mai potuto aspettare una cosa del genere, soprattutto perché – come già ti raccontavo – all’inizio vedevo il mondo del cinema come una realtà lontanissima da me, praticamente irraggiungibile.
Ad oggi posso affermare di adorare quello che faccio, accolgo ogni nuova proposta di progetto con il sorriso, mosso da un grande entusiasmo. Aver aperto la mia carriera con La paranza dei bambini, film vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale 2019, mi rende davvero orgoglioso e motivato a fare sempre meglio. Quindi sì, direi che mi sto vivendo il tutto molto bene.

Francesco Di Napoli e il futuro: «Mi vedrete in una nuova serie, intitolata Rosa Elettrica, nel ruolo di protagonista accanto a Maria Chiara Giannetta»
Che rapporto hai con i social?
Il mio profilo Instagram è una sorta di “vetrina lavorativa”. Diciamo che utilizzo i social più per mostrare progetti che mi coinvolgono, a mo’ di curriculum.
Guardando al futuro, a breve avremo il piacere di vederti nel ruolo di protagonista in un’importante serie Sky, probabilmente disponibile dal 2026. Potremmo avere qualche spoiler a riguardo?
Purtroppo non mi è possibile anticipare molto. Posso solo dire che mi vedrete in una nuova serie, intitolata Rosa Elettrica nel ruolo di protagonista accanto a Maria Chiara Giannetta. Lavorare in questo progetto è stato fighissimo, abbiamo girato in più o meno quattro o cinque città diverse nel corso di cinque mesi. Ci siamo divertiti veramente tanto.
Concludiamo questa intervista parlando di sogni nel cassetto. In quale personaggio o genere non ancora sperimentato ti piacerebbe calarti? Perché?
Da tantissimo tempo ho voglia di interpretare un personaggio realmente esistito. Mi piacerebbe portare avanti delle ricerche su quella persona, entrare a fondo nel ruolo, imitare la sua voce, trasformarmi fisicamente. È un’esperienza che prima o poi voglio assolutamente vivere in prima persona.


Credits
Photographer: Gioele Vettraino
Grooming: Annagioia Catone