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Tra bel canto e inediti: il nuovo corso de Il Volo

Un percorso di oltre 15 anni li ha portati ad essere il trio italiano più conosciuto nel mondo. Oggi Il Volo ha esordito con il progetto discografico di inediti "Ad Astra"

Un percorso di oltre 15 anni, li ha portati ad essere il trio italiano più conosciuto nel mondo.
Oggi Il Volo – composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble – ha esordito con il progetto discografico di inediti Ad Astra (International Edition) tra cui spiccano brani come Capolavoro (English Version) e il nuovo singolo Tra le onde, che rappresenta un passo importante per trasmettere la loro unione e allo stesso tempo le loro singole personalità, sia nelle voci che nei testi. A gennaio 2025 è
in partenza Tutti Per Uno – Ad Astra Live Nei Palasportil tour nei principali palazzetti italiani, ad ottobre 2025 la leg in America Latina e a seguire il tour nelle principali capitali europee. Li abbiamo intervistati al rientro dello speciale evento di Andrea Bocelli al The Kia Forum di Los Angeles, dove hanno condiviso il palco con prestigiosi ospiti internazionali.

Il Volo
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«Con il passare degli anni, abbiamo preso consapevolezza del nostro percorso e di come i risultati ottenuti fossero il frutto di un’eredità culturale, musicale e del bel canto che portiamo con noi»

Vi siete incontrati da giovani senza conoscervi, iniziando un’avventura nella musica. Quali sono stati i momenti più significativi di questo percorso, considerando che oggi siete una bandiera della musica italiana nel mondo?

Piero: Pensare a un elenco delle cose che abbiamo fatto sarebbe troppo lungo, ci vorrebbe un libro e non ci piace vantarci di ciò che abbiamo fatto! Però ci sono dei momenti che ci rimangono nel cuore. Preferiamo parlare di un percorso più personale. Ci siamo incontrati da ragazzi, avevamo 15-16 anni, e non avevamo ancora la piena consapevolezza di quello che volevamo fare nella vita, anche se avevamo già trovato la nostra passione. È come quando si incontrano degli amici senza sceglierli. Abbiamo scoperto insieme che il genere musicale che volevamo fare ci univa, e che condividevamo la stessa passione. Più avanti, abbiamo condiviso emozioni forti, come nel 2012, quando abbiamo fatto un tour con Barbra Streisand. È difficile capire l’importanza di esperienze come quella, ma col tempo si capisce meglio. Con il passare degli anni, abbiamo preso consapevolezza del nostro percorso e di come i risultati ottenuti fossero il frutto di un’eredità culturale, musicale e del bel canto che portiamo con noi. Ci siamo resi conto che la nostra carriera è stata basata su brani esistenti, su canzoni che abbiamo scoperto grazie alle persone attorno a noi, come le nostre famiglie. Poi, nel 2015, abbiamo sentito il bisogno di qualcosa di più. Fino ad allora avevamo suonato solo all’estero, in tutto il mondo tranne che in Italia, perchè non avevamo brani inediti. Quando finalmente abbiamo inciso Grande Amore, è stato un cambiamento importante.
Cantare in Italia è una sensazione diversa rispetto a farlo all’estero. Successivamente, sono arrivati progetti come il tributo a Ennio Morricone e I Tre Tenori con Placido Domingo. E, dopo 15 anni, abbiamo deciso di registrare il nostro primo album di inediti.

Tra tutte le personalità che avete incontrato nel vostro cammino con chi avete instaurato un rapporto più stretto?

Gianluca: Incontrare grandi personaggi è stato un arricchimento artistico e personale. Quando sei un ragazzino di 15 anni, ancora sui banchi di scuola, e all’improvviso ti trovi a girare il mondo e a lavorare con grandi star, questa esperienza è stata una grande scuola di vita. Un rapporto che possiamo considerare speciale è quello con Andrea Bocelli, con cui condividiamo anche il nostro manager, Michele Torpedine, che ci ha scoperti. C’è una connessione profonda, e Andrea ci ha presentato al pubblico, con Zucchero, davanti a 20.000 persone a Los Angeles. È stato emozionante, e ci sentiamo molto fortunati di aver potuto vivere quell’esperienza con due artisti tra i più importanti del nostro paese.

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«Il bel canto è una parte fondamentale della nostra identità, ma con il passare degli anni abbiamo sentito il bisogno di esprimere noi stessi in modo diverso e più personale»

Sul palco con Bocelli, avete cantato brani famosi come O Sole Mio. Oggi come conciliate questa tradizione del bel canto con una nuova strada tutta vostra?

Piero: Dobbiamo fare una riflessione sul nostro percorso. È chiaro che il mercato italiano è diverso da quello estero in cui il bel canto è apprezzato e molto seguito; noi continuiamo a portare avanti questa tradizione, ispirandoci a figure come Pavarotti, con il progetto Pavarotti & Friends, che ha creato il crossover tra la musica classica e quella popolare.
Questo ha aperto la strada a molti artisti, come Bocelli. Il bel canto è una parte fondamentale della nostra identità, ma con il passare degli anni abbiamo sentito il bisogno di esprimere noi stessi in modo diverso e più personale. Con il nostro ultimo album, abbiamo lavorato per trasmettere la nostra individualità, sia nelle voci che nei testi.

Tra Le Onde è uno degli esempi più riusciti di questo nuovo percorso. Come avete lavorato su un brano come questo, che mescola sonorità più moderne con la vostra forza vocale?

Ignazio: Nel nostro nuovo album, abbiamo cercato di portare delle influenze contemporanee, pur rimanendo fedeli a noi stessi. Ci siamo ispirati al passato, ma abbiamo voluto arricchire il nostro suono con elementi più moderni, sia nella scrittura che nella produzione. In Tra Le Onde, ad esempio, la base di piano è molto semplice, ma le nostre voci si intrecciano mescolandosi, dando vita a un sound che rispecchia le nostre differenti personalità. Abbiamo collaborato con autori che ci hanno aiutato a mettere in evidenza le diverse sfumature delle nostre voci.

Nel brano Saturno e Venere avete collaborato con Irama. Come è nata questa collaborazione?

Gianluca: La collaborazione con Irama è nata da un’amicizia. Ci siamo ritrovati nello stesso studio, nello stesso periodo, e gli abbiamo fatto ascoltare il nostro brano Saturno e Venere. Gli è piaciuta subito l’idea, e così abbiamo deciso di fare questa collaborazione. Siamo molto grati a Irama, perché ha superato qualsiasi pregiudizio legato ai nostri generi musicali, e lo stimiamo molto sia a livello professionale che umano.

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«È importante che ci sia spazio per tutti i generi, perché ognuno è uno specchio della società»

Come vedete la scena musicale italiana oggi, con un ricambio generazionale molto forte, grazie anche a Sanremo?

Gianluca: C’è un bel ricambio generazionale in atto, ed è giusto che sia così. I giovani artisti oggi sono molto diversi da noi, ma è bello vedere come, attraverso la musica, riescano a esprimere la realtà che vivono. Ovviamente, è fondamentale che ci sia autenticità nei contenuti. Il rap o la trap, ad esempio, hanno preso il posto del cantautorato tradizionale per molte nuove generazioni, e va bene così. È importante che ci sia spazio per tutti i generi, perché ognuno è uno specchio della società. Anche noi, pur essendo diversi, siamo cresciuti attraverso la nostra musica e ci siamo evoluti. La qualità, alla fine,
rimane sempre.

Siete tre personalità diverse, datemi un aggettivo per ognuno di voi e un luogo che vi rappresenta.

Piero: “razionale” e il mare è il mio posto ideale.
Ignazio: “follia” e io mi sento “a casa”, che per me è Bologna, ma con un tocco di Sicilia.
Gianluca: “profondo” e sicuramente come luogo l’Abruzzo.

Nel 2025 partirete con un tour mondiale che toccherà numerosi Paesi. Quali sono le differenze rispetto ai vostri tour precedenti?

Ignazio: Il tour che partirà a gennaio 2025 per noi è molto speciale, perché segna i 15 anni di carriera, quasi 16. È iniziato il 25 aprile 2024 a Nagoya, in Giappone, per ricordare il nostro primo concerto. Il tour durerà due anni con ben 150 date – e siamo quasi a metà – toccando molte città in Italia, per poi spostarci in Europa, America e Sud America. Rispetto al tour dell’estate 2023, questo avrà un concept nuovo, che include anche il concept Tutti per Uno, ma si estende anche al nostro album di inediti Ad Astra che racconta le nostre peculiarità come singoli. Ogni concerto avrà una produzione diversa, e il pubblico vedrà qualcosa di nuovo, ma sempre in linea con la nostra identità.

Un’anticipazione sul concerto di Natale, che andrà in onda il 24 dicembre?

Piero: Sì, è stato un onore cantare alla Valle dei Templi di Agrigento, un luogo simbolo che diventerà capitale italiana della cultura. E’ importante mostrare le bellezze d’Italia attraverso l’arte e il bel canto, che poi è un tutt’uno. È stato il nostro primo concerto lì, ed è stato emozionante, anche perché io sono originario di quella zona. Sarà una serata speciale, che andrà in onda la Vigilia di Natale su Canale 5, con una produzione che include anche un coro di 50 persone. E’ sicuramente un tassello importante per la
nostra carriera. Ci sarà anche un tocco di eleganza, rispettando il luogo che ci ospita.

Credits

Photographer Leandro Manuel Emede