Post Nebbia: la discesa nelle utopie infrante di Pista Nera e il futuro della scena indipendente

In questa intervista, ci raccontano come è nato l'ultimo disco, la loro visione del mondo e della musica, il rapporto con il contesto veneto e il percorso che li ha portati fino a oggi

Con il loro quarto album, Pista Nera, i Post Nebbia ci portano in una discesa musicale e narrativa che riflette sul crollo delle utopie, sul disfacimento del progresso e sull’impotenza di fronte a un futuro incerto. Guidati da Carlo Corbellini, la band padovana continua a distinguersi come uno dei progetti più interessanti e innovativi della scena musicale italiana, mescolando influenze che spaziano dal krautrock al punk, dalla new wave al pop brasiliano anni ’70.

Dopo anni di crescita costante e senza scorciatoie, i Post Nebbia sono diventati un punto di riferimento per la nuova scena indipendente, dimostrando un approccio unico e intellettualmente onesto alla musica. Pista Nera rappresenta un passo ulteriore in questa evoluzione: un disco che unisce ironia e amarezza, divertimento e necessità, con un sound più graffiante e scuro, forgiato dalle esperienze live del tour di Entropia Padrepio.

In questa intervista, ci raccontano come è nato Pista Nera, la loro visione del mondo e della musica, il rapporto con il contesto veneto e il percorso che li ha portati fino a oggi. E con un tour imminente e una tappa all’Eurosonic, ci svelano anche come immaginano il futuro della band. 

Post Nebbia

Pista Nera esplora temi legati al disincanto generazionale e al crollo delle utopie. Come si è sviluppata questa visione durante il processo creativo dell’album? 

Dopo aver riletto la trilogia della fondazione di Asimov ho pensato che poteva essere divertente parlare di crollo e disfacimento dell’impero, visto che forse è il punto in cui ci troviamo nella storia. Il primo pezzo è stato pastafrolla, da lì pian piano ho cercato di esplorare la stessa immagine da vari punti di vista diversi

Il disco presenta un sound più scuro e graffiante rispetto ai vostri lavori precedenti. Quali esperienze o influenze vi hanno portato a questa evoluzione sonora?  

Sicuramente, oltre all’argomento non particolarmente solare, la volontà era di fare un disco che sfruttasse le cose che avevamo imparato lungo il tour di Entropia Padrepio, nel quale abbiamo percepito di stare suonando un disco divertente, ma leggermente impostato e preciso, il che magari non soddisfaceva a pieno la voglia di fare casino che aumentava a ogni data. Per quanto riguarda influenze penso che ci sia un misto di new garage (ty segall, thee oh sees) musica popolare brasiliana anni 70, e qualche scelta nei suoni e melodie di synth un po da prog italiano, improbabili e mega taglienti.

Dopo l’uscita di Pista Nera, vi aspetta un fitto tour nei club italiani e un’esibizione a Eurosonic. Quali sono le vostre aspettative per questa fase e come pensate che il nuovo album risuonerà dal vivo?

Abbiamo sperimentato una parte della scaletta del disco in occasione della Festa Dischi Sotterranei e direi che è stato divertentissimo, quindi non vediamo l’ora. Partire da Eurosonic mette un po’ di ansia ma dopo tutte le prove che abbiamo fatto possiamo suonare questo disco mentre dormiamo forse

La vostra carriera è iniziata nel 2018 con Prima Stagione e ha attraversato un’evoluzione costante fino a Pista Nera. Guardandovi indietro, quali sono stati i momenti più significativi che vi hanno permesso di affermarvi sulla scena musicale italiana?

Direi che a parte Televendite di quadri che ha preso un algoritmo folle ed è esplosa su Spotify, penso che la nostra crescita sia stata abbastanza costante negli anni, il che secondo me è frutto di un percorso senza scorciatoie fatto assieme a Dischi Sotterranei in cui abbiamo sempre cercato di avere uno sguardo a lungo termine e fare musica perchè rimanga e sia necessaria, piuttosto di inseguire dinamiche di mercato che magari fanno si che i numeri siano all’inizio più alti ma si sgonfino nel tempo.

Post Nebbia
Post Nebbia

Venite spesso associati alla nuova scena musicale veneta. Quanto il vostro territorio e il contesto culturale influenzano la vostra musica, e in che modo sentite di rappresentare questa scena?

Penso sia più appropriato parlare della scena che gravita intorno alla nostra etichetta, che fa base a Padova ma conta artisti da tutta Italia. Più passa il tempo più questa realtà nata da band padovane e praticamente resuscitata da Jesse the Faccio (forse il capostipite della scena attuale) occupa uno spazio sempre più grande nella nostra vita artistica e non, esponendoci a musica devastante che è in linea con la filosofia descritta sopra . In Italia è la corrente che più ci influenza e ci ispira a fare sempre meglio, farne parte è un onore.

Il vostro percorso artistico vi ha portato a esplorare vari generi, dal psych-rock al krautrock, fino alle influenze punk e brasiliane di Pista Nera. Come descrivereste la vostra identità musicale oggi e come pensate si evolverà in futuro?

Per fare musica che arrivi alle persone sono richiesti divertimento e necessità: l’obiettivo con ogni album è di intraprendere una nuova strada in modo abbastanza radicale e speriamo di continuare in questo senso. In questo momento sono ancora sugli ascolti che hanno ispirato questo disco, quindi psych punk/ Brasile ecc. ma sono curioso di vedere cosa ha in serbo il futuro per noi.