Asp126, rapper romano e storico membro della Lovegang126, debutta con il suo primo album da solista, JUNKIE. La sua carriera musicale prende il via nel 2015 con Asso di Guasconi, un progetto condiviso con Franco126, figura chiave della stessa crew.
Nel 2019 Asp126 consolida la sua presenza nella scena con l’EP Asper e l’album Senza Ghiaccio, realizzato in collaborazione con Ugo Borghetti, anch’egli parte della Lovegang126. Questo lavoro include featuring di spicco con Pretty Solero e Franco126, dimostrando la forte sinergia all’interno del collettivo.
Nel 2023 partecipa al progetto collettivo Cristi & Diavoli, firmato Lovegang126, che vede la collaborazione di alcuni dei più noti artisti romani, tra cui Gemitaiz, Side Baby, Gianni Bismark, Lil Kvneki, Gemello, Danno e molti altri.
Ora, con JUNKIE, Asp126 intraprende un percorso solista, proponendo un lavoro che intreccia riflessioni personali e uno sguardo profondo sul mondo circostante. Nonostante l’apparente distacco dalla Lovegang126, il collettivo rimane una presenza costante, anche se più discreta, dietro le quinte.

«L’album racconta soprattutto una serie di riflessioni su di me e sul mondo che mi circonda. In particolare, affronta il tema dei vizi e delle passioni, anche quelle eccessive.»
Il 13 dicembre è uscito il tuo nuovo album JUNKIE, Cosa racconta, che tematiche vengono affrontate in questo album?
L’album racconta soprattutto una serie di riflessioni su di me e sul mondo che mi circonda. In particolare, affronta il tema dei vizi e delle passioni, anche quelle eccessive. Il titolo Junkie sottolinea proprio questo mio lato più “scapestrato”, incline ai vizi.
C’è una storia dietro la scelta di questo nome?
In realtà, il nome è nato un po’ per caso, la parola Junkie era nel ritornello della canzone omonima e da lì è diventata il titolo della traccia e, successivamente, dell’intero disco. Inoltre, è una parola che, nel mio giro di amici, è diventata una sorta di tormentone, come spesso succede nelle comitive.
Come sono nate le collaborazioni dentro l’album?
La collaborazione con Franco è stata molto naturale e non si è limitata al featuring, mi sono confrontato con lui su tutti i pezzi del disco. Franco compare infatti come coautore di diversi brani perché, durante il processo creativo, gli facevo ascoltare le canzoni, ricevevo consigli e, in alcuni casi, anche bocciature. È stato un confronto costante. Lo stesso discorso vale per Branca e Borghetti, oltre a essere due artisti con cui ho già lavorato in passato, sono anche due carissimi amici. Quindi, la loro presenza nel disco è stata quasi fisiologica. Con Tutti Fenomeni, invece, è andata diversamente, sono un suo fan e, visto che frequentiamo gli stessi posti e conosciamo le stesse persone, ho semplicemente chiesto di collaborare. Abbiamo fatto una canzone insieme ed è andata bene. Wayne, invece, l’ho scelto perché mi sembrava perfetto per quella canzone. E credo che alla fine sia stato davvero così.
«La dimensione dell’amicizia è ciò che ci ha spinto a fare musica insieme: stare insieme è il motivo per cui abbiamo iniziato. »
Sei un membro storico del collettivo Lovegang126, cosa rappresenta per te, cosa condividi con loro?
Tutto. La mia attività musicale è sempre stata legata al collettivo. Questo è il mio primo progetto solista strutturato in un certo modo, ma l’approccio alla musica è sempre stato collettivo, condiviso con i miei amici. La dimensione dell’amicizia è ciò che ci ha spinto a fare musica insieme: stare insieme è il motivo per cui abbiamo iniziato. Anche in questo progetto solista, infatti, mi sono appoggiato agli altri membri del gruppo.

Nell’album spazi tra vari generi, come hai scelto questi accostamenti?
È stato un lavoro fatto con i producer. Ho scritto tutte le canzoni inizialmente su dei type beat, che poi abbiamo rielaborato con le produzioni di Wism, Fabio Grande e Pietro Di Dionisio. È stato un processo di confronto continuo, in cui abbiamo definito il mood del disco pezzo per pezzo. Ad esempio, Triste Lunedi ha una base molto malinconica, quasi una ballata al pianoforte, mentre Lei quando balla richiama sonorità alla Pino D’Angiò. In generale, è stato il testo a suggerire il genere.
Che narrazione hai deciso di dare a questo album?
La narrazione è quella di me come Junkie, nel senso di celebrare, in modo esagerato e un po’ scherzoso, i miei limiti e le mie mancanze. Nel linguaggio urbano della trap, il junkie è spesso visto come un perdente, in contrapposizione a chi si definisce vincente. Qui, invece, ho voluto raccontare un’epica del perdente.
Secondo te c’è qualcosa di diverso o qualcosa di nuovo che hai sperimentato in questo album rispetto ai singoli vecchi?
Sicuramente canticchio di più rispetto al passato. Anche il modo di scrivere è cambiato. Se prima, nei lavori con il gruppo come Cristi & diavoli, seguivo i canoni classici del rap, parlando di me attraverso certi filtri e schemi, qui ho cercato di essere più sincero, fregandomene delle imposizioni di genere.
Inoltre, mentre prima prendevo beat già fatti e ci scrivevo sopra, in questo disco siamo partiti da testi, melodie o suggestioni ancora vaghe, che poi abbiamo sviluppato in studio con produzioni più suonate e curate.

«Sto già scrivendo altre canzoni. Anche se l’album è appena uscito, le canzoni le avevo già scritte all’inizio dell’anno, quindi ho già altre cose che voglio dire e fare»
C’è qualcosa in particolare che ti ispira quando fai musica?
Tante cose, ma di base penso sempre un po’ di narcisismo ed egocentrismo. Il fatto che gli altri mi ascoltino.
Hai in mente progetti futuri? Un tour, magari un altro album?
Sì, sicuramente voglio suonare dal vivo e portare in giro questo disco. Stiamo lavorando alle date e spero di annunciarle presto.
Per quanto riguarda la musica nuova, sto già scrivendo altre canzoni. Anche se l’album è appena uscito, le canzoni le avevo già scritte all’inizio dell’anno, quindi ho già altre cose che voglio dire e fare.
Come nasce una tua canzone?
Di solito tutto parte da qualcosa che mi viene in mente in modo estemporaneo, una frase, un gioco di parole, un concetto o una situazione. Poi ci costruisco sopra.