Luca Varone è tra i nuovi protagonisti della quinta stagione di Mare Fuori, la serie di successo prodotta da Picomedia, già disponibile su RaiPlay e in onda su Rai2 dal 26 marzo. Dopo aver già preso parte alla quarta stagione, l’attore vestirà i panni di Angelo, un giovane di buona famiglia che si autodenuncia per un incidente stradale, ma nasconde un segreto destinato a influenzare le dinamiche dell’Istituto Penitenziario Minorile.
Classe 2004, nato a Napoli e cresciuto a Roma, Varone ha iniziato il suo percorso nel mondo dello spettacolo sin da giovanissimo, accumulando esperienze nel cinema e nella serialità televisiva. Tra i suoi ruoli più noti, spicca quello di Stefano nella serie Jams, oltre a partecipazioni in produzioni come Il Commissario Ricciardi, I Bastardi di Pizzofalcone e Odio il Natale 2. Sul grande schermo ha recitato in Mia di Ivano De Matteo e Rossosperanza di Annarita Zambrano.
Con un percorso in continua evoluzione, l’attore si prepara ora ad affrontare una nuova fase della sua carriera, in un contesto narrativo sempre più complesso e stratificato. In questa intervista, Luca Varone racconta la sua esperienza sul set di Mare Fuori, il lavoro sul personaggio di Angelo e i prossimi passi del suo percorso artistico.

«Dare vita a una persona totalmente estranea rispetto al contesto in cui si trova, non è affatto semplice»
Da Jams a Mare Fuori – Hai iniziato la tua carriera molto giovane. C’è stato un momento in cui hai capito che la recitazione sarebbe stata il tuo futuro?
Ho iniziato questo percorso con la leggerezza di un bambino che data l’età non aveva alcuna idea di cosa potesse significare fare l’attore e tutto ciò che che ne consegue. Ho avuto la fortuna di scoprire questa passione direttamente davanti la cinepresa al mio primo lavoro, Jams. Dalla prima stagione, all’età di 13/14 anni ho iniziato a rendermi conto di aver scoperto una forte passione per quest’arte e ho deciso di intraprendere, o perlomeno provarci, una carriera vera e propria.
Il tuo personaggio in Mare Fuori, Angelo ha un passato complesso e un segreto da nascondere.
Come ti sei preparato per interpretarlo e quanto ti somiglia?
Angelo, per quanto possa sembrare un personaggio facile da interpretare, in realtà ha una storia personale e familiare complessa. Dare vita a una persona totalmente estranea rispetto al contesto in cui si trova, non è affatto semplice. Ho dovuto lavorare soprattutto sulla sua difficoltà di vivere la vita del carcere e sul rapporto di amore profondo e carnale verso una persona che è fondamentale per la sua vita.
La serie Mare Fuori è diventata un vero fenomeno. Come hai vissuto l’ingresso in un cast così amato
dal pubblico?
Sto vivendo questa situazione in modo abbastanza tranquillo, anche se sono una persona molto sulle sue e soprattutto timida. Entrare nelle case di tutta Italia, sinceramente non ha prezzo. Si nota nelle facce della gente che mi ferma per strada per chiedermi una foto, una sorta di riconoscimento di un parente che non si vedeva da tempo, sembra ti conoscano da una vita. Questa cosa ovviamente ha i suoi lati positivi e negativi, ma per me l’importante è prendere il buono e l’utile da tutte le cose.

«[…] è importantissimo anche immagazzinare le cose, le tecniche, le emozioni che i precedenti lavori ti hanno lasciato»
Senza fare spoiler, c’è una scena della quinta stagione che ti ha messo particolarmente alla prova come attore?
C’è stata una scena in casa, che è stata veramente dura a livello emotivo. Angelo si trova davanti ad una
situazione spiazzante e si sentirà totalmente impotente.
Hai lavorato sia in serie di successo che sul grande schermo. Cosa cambia nel tuo approccio quando
passi da un set all’altro?
È fondamentale azzerare tutto, soprattutto la storia del personaggio che si è interpretato precedentemente. Ma è importantissimo anche immagazzinare le cose, le tecniche e le emozioni che i precedenti lavori ti hanno lasciato, sia parlando di lavoro che a livello personale.
Sei nato a Napoli ma cresciuto a Roma. Queste due città hanno influenzato il tuo modo di recitare o il tuo percorso artistico?
Assolutamente si! Ogni città, ogni luogo influenza i modi di fare, le parole, i gesti e la cultura. Avendo vissuto “a metà” tra queste due città per me fondamentali, indubbiamente e fortunatamente entrambe hanno arricchito il mio bagaglio artistico e personale… mi reputo molto fortunato.
Sappiamo che sei appassionato di musica. C’è un progetto musicale nel tuo futuro o la vedi solo come una passione?
La musica nella mia vita è fondamentale, con lei ho sempre avuto un rapporto molto forte. Tantissime canzoni mi hanno accompagnato e tutt’ora mi accompagnano in moltissimi momenti della mia
vita, partendo dalla quotidianità come la musica sotto la doccia, passando per il lavoro; prepararsi ad
una scena forte, con una specifica canzone nelle cuffie è utilissimo e non ha prezzo. Per ora non la vedo presente a livello lavorativo nella mia vita, ma sicuramente non ne potrò mai fare a meno.
Dopo Mare Fuori hai già qualche nuovo progetto in cantiere che puoi anticiparci?
Ragazzi sono pur sempre Napoletano e quindi scaramantico… non si dice niente dai!
