Margherita Potenza e l’arte della gioielleria

Le sue collezioni, frutto di un’attenta lavorazione artigianale, sono un omaggio alle atmosfere evocative del teatro e del cinema, mondi che Margherita traduce in forme preziose capaci di emozionare e affascinare

Margherita Potenza, giovane designer, ha trasformato la sua passione per l’arte e il design in un marchio di gioielli che racconta storie e suggestioni uniche. Dopo aver completato gli studi presso il prestigioso Royal College of Art di Londra, nel 2016 ha dato vita al suo brand, unendo tecnica e immaginazione per creare pezzi straordinari. Le sue collezioni, frutto di un’attenta lavorazione artigianale, sono un omaggio alle atmosfere evocative del teatro e del cinema, mondi che Margherita traduce in forme preziose capaci di emozionare e affascinare.

«la cosa più preziosa di tutte era il tempo vuoto, la libertà di perdere tempo, prendersi il tempo di riposare, poltrire e viaggiare con la fantasia»

Come descriveresti il tuo stile?

Credo che un buon aggettivo per definire il mio stile sia grafico; il mio background nelle belle arti ha fatto sì che traducessi il mio stile di disegno nel modo in cui realizzo gioielli. Infatti, la mia collezione di punta, Fluida, è stata sviluppata attraverso una tecnica che mi permette di disegnare con la cera, che vado poi a fondere in metallo.

Come è nato il tuo marchio?

Il mio marchio è nato nel 2016, subito dopo essermi laureata al Royal College of Art, a Londra. Il lavoro che avevo presentato come final project era un’installazione con un grande materasso e una tenda sotto cui riposarsi, perché ai tempi volevo portare avanti un discorso sulla preziosità, in cui la cosa più preziosa di tutte era il tempo vuoto, la libertà di perdere tempo, prendersi il tempo di riposare, poltrire e viaggiare con la fantasia (vi lascio immaginare come l’installazione abbia lasciato più di un professore perplesso, visto che mi laureavo in un master di design del gioiello). All’ingresso di questa “tana” avevo disegnato degli omini danzanti a forma di cuscino, e questo emblema è rimasto nelle mie produzioni di gioielli come un piccolo amuleto che non vendo, ma regalo ai miei amici più cari per simboleggiare l’importanza del nostro legame.

Margherita Potenza

«Mi piace pensare ai miei pezzi, specialmente quelli più scenografici, come a travestimenti, ossia oggetti capaci di trasformare la personalità di chi li indossa, anche se solo lievemente»

Da cosa prendi ispirazione per le tue collezioni?

Il teatro, il cinema e soprattutto la fantascienza sono la mia principale fonte d’ispirazione. Questo fino da piccola, perché mia mamma faceva la costumista per l’opera, e quindi seguirla dopo scuola nei laboratori di sartoria pieni di tessuti brillanti, paillettes e appliques è stata la prima ispirazione per la mia passione legata ai gioielli. Mi piace l’idea che un oggetto, nello specifico un accessorio, racconti una storia, la storia della persona che lo indossa; per cui i costumi dei film di fantascienza per me sono l’espressione massima di come un oggetto racchiuda dentro di sé un mondo immaginifico che racconta di dimensioni parallele, alieni, superpoteri… Mi piace pensare ai miei pezzi, specialmente quelli più scenografici, come a travestimenti, ossia oggetti capaci di trasformare la personalità di chi li indossa, anche se solo lievemente.

Al momento la fonte d’ispirazione più ricca per me sono le collaborazioni con amici e creativi che ammiro, da cui nascono idee che non saprei formulare nel mio lavoro in solitaria. E’ un buon esempio l’ultima collaborazione con Florania, per cui abbiamo sviluppato delle fibbie di borse e cinture con una tecnica di fusione in sabbia, che ci ha permesso di riciclare l’alluminio di vecchie moka dismesse. Un altro esempio è l’edizione limitata Nipples che ho ideato assieme alla fotografa Kkrakpot: da uno stampo dei suoi capezzoli abbiamo realizzato una serie di 8 copri-capezzoli in bronzo, che abbiamo fotografato sia in studio sia “in azione” nelle notti danzanti milanesi.

«Mi capita spesso di sperimentare tecniche nuove, oppure di aggiornare la mia rete di fornitori per lavorazioni più specifiche per cui non ho l’attrezzatura»

Come viene sviluppata una nuova collezione?

Una nuova collezione può nascere da un pezzo su commissione che mi diverte particolarmente o che mi sembra attiri l’attenzione delle persone che mi seguono. E’ stato il caso della collezione Chunky, che avevo sviluppato a Londra dopo aver realizzato un anello su misura; e anche della serie Nipples, che ha riscosso successo sui social grazie alle foto di Kkrakpot. Altre collezioni invece sono nate dal desiderio di usare un certo tipo di materiale, come le pietre e perle della collezione Fluida Satellite; oppure dalla volontà di esplorare una forma simbolica, come la spirale di Bodychains.

Che tipo di lavorazioni utilizzi?

Ogni progetto e collezione ha le sue specificità, per cui una volta formulata un’estetica, un’immagine, adatto il mio lavoro al banco alle necessità tecniche di ciascun pezzo. Di conseguenza mi capita spesso di sperimentare tecniche nuove, oppure di aggiornare la mia rete di fornitori per lavorazioni più specifiche per cui non ho l’attrezzatura. In generale molti dei miei pezzi sono realizzati in cera persa, per cui creo un prototipo in cera che andrà poi fuso in un laboratorio di microfusione, e in seguito lavorato al banco per sgrossarlo e lucidarlo. Ultimamente sto lavorando su varie commissioni che includono l’utilizzo di pietre preziose, per cui mi appoggio a degli incassatori esperti. Con Florania invece abbiamo sperimentato la fusione in sabbia per replicare delle forme in serie limitata, e adesso mi piacerebbe cominciare a lavorare con gli smalti a freddo per aggiungere un tocco più colorato ai miei pezzi.

Margherita Potenza