Soap e l’esigenza di raccontarsi nel suo primo EP “Pas Facile”

Giovane cantautrice capace di intrecciare mondi e linguaggi attraverso la sua musica, ritorna sulla scena presentando il nuovo EP musicale "Pas Facile" dando voce a una generazione in bilico tra fragilità e urgenza di esprimersi

Nata a Roma, ma con radici profondamente legate all’Algeria francofona, Soap è una giovane cantautrice capace di intrecciare mondi e linguaggi attraverso la sua musica. Dopo aver conquistato l’attenzione del pubblico con brani come Macchina Argento e Domani Forse, l’artista ha intrapreso un cammino di sperimentazione evolvendosi dall’indie pop ad un inedito “urban soap”, termine coniato dalla stessa artista per descrivere un percorso musicale in continua evoluzione. Il suo sound, infatti, sfida le consuete definizioni del pop contemporaneo, abbracciando con naturalezza influenze internazionali e dando vita a una fusione di culture e linguaggi che da sempre alimentano la sua arte.

Soap ritorna oggi sulla scena musicale presentando al pubblico il suo primo EP Pas Facile, un racconto articolato in sette tracce che si muove tra l’italiano e il francese, il pop e l’urban, dando voce a una generazione in bilico tra fragilità e urgenza di esprimersi. Pas Facile, che in italiano significa “Non è facile”, è infatti una riflessione profonda sulla complessità della vita, in cui l’artista affronta tematiche universali come l’amore, la solitudine, il rapporto con la famiglia e, soprattutto, la ricerca di una propria identità. «Ho riflettuto sul fatto che molti dei singoli pubblicati rispecchiavano un periodo della mia vita che ormai era andato avanti – ha raccontato Soap – […] Nasce da qui l’esigenza di raccontarmi a 360 gradi, e la pubblicazione di Pas Facile ne è stata la conseguenza» .

Soap
Soap, Credit: GLOBEND

«Nella musica ho quindi deciso di trasferire questo mio mondo impiegando delle strofe in francese, e credo che questo sia il valore aggiunto della mia musica»

La tua crescita tra Italia e Algeria francofona ha influenzato il tuo universo artistico? Se si, in che modo queste due culture si integrano nel tuo lavoro e quale valore aggiunto ti permettono di esprimere?

Aver vissuto due diverse culture, mi riferisco a quella francese ed algerina, mi ha permesso di formarmi scoprendo luoghi diversi oltre a quelli legati a Roma, la città dove sono nata. Nel corso degli anni, conoscere persone che parlassero la lingua francese mi ha offerto diversi punti di vista, essendo comunque la mia seconda lingua. Nella musica ho quindi deciso di trasferire questo mio mondo impiegando delle strofe in francese, e credo che questo sia il valore aggiunto della mia musica. Magari non è subito chiaro il significato, mi piace però sapere che ci sono persone che riescono a capire i miei testi già al primo ascolto. Per me il francese è qualcosa a cui sono molto legata, e spesso sento che non esiste nessun’altra lingua capace di aiutarmi ad esprimere quello che sento.

C’è un album o canzone a cui senti di essere particolarmente legata, come artista e giovane donna?

Se dovessi pensare ad un artista che mi ha accompagnata dalla mia infanzia fino ad oggi, ti direi Stromae. Ho iniziato ad ascoltare la sua musica a dieci anni, in Algeria, e ancora oggi rimane per me un punto di riferimento come cantante. Se da piccola cantavo le sue hit più famose, mi riferisco in particolare a quelle contenute nell’album Racine Carrée, nell’ultimo anno ho invece ascoltato Multitude trovando ispirazione per la scrittura del mio nuovo EP musicale. 

Quando hai sentito l’esigenza di iniziare a scrivere? Quando componi invece, nascono per prima le parole o la melodia?

Mi sono approcciata alla musica per la prima volta a Latina, prendendo lezioni di chitarra. Alla scrittura mi sono invece avvicinata fin da piccola, ricordo per esempio di quando a 7-10 anni scrivevo delle filastrocche. Crescendo, ho poi riscoperto questa mia esigenza tornando da un concerto: se prima scrivevo solo dei pensieri personali, dopo questo live ho iniziato a scrivere la mia prima canzone. Devo anche ammettere che in quel periodo stavo vivendo un periodo non facile, e la scrittura è diventata così la mia terapia per molto tempo. Scrivere però sia in lingua italiana che francese è arrivato un po’ dopo, ascoltando un artista francese su YouTube. In quel momento, e forse un po’ per caso, mi sono uscite le prime frasi in free style e ho quindi deciso che forse avrei dovuto farlo più spesso.

Per rispondere invece alla tua seconda domanda, posso dirti ci sono due grandissimi produttori, Bias e Narduccey, che hanno lavorato a questo mio EP. In studio lavoriamo insieme, infatti mentre loro si occupano della parte musicale, io spesso mi occupo della parte testuale, ma a volte le due cose partono anche insieme. Posso dire che il nostro è un lavoro di squadra.

Soap
Soap, Credit: GLOBEND

«Non volevo quindi restare “indietro” agli occhi di chi invece voleva ascoltare la mia musica. […] Nasce da qui l’esigenza di raccontarmi a 360 gradi»

Pensando al tuo repertorio, quale canzone ha rappresentato per la tua carriera un punto di svolta, e cosa la rende così speciale ai tuoi occhi?

Macchina Argento è stato il primo brano musicale ad avermi aiutato a capire che questa mia passione potesse diventare un lavoro, avendo anche ricevuto l’attenzione da parte di Sugar. Scrivere questo brano ha significato tanto per me, soprattutto ripensando a quel periodo della mia vita impegnato tra scuola, lavoro e registrazioni in studio. A questi si è poi aggiunta una relazione che non mi ha fatto stare bene, e il fatto di essere riuscita a parlarne in maniera non banale, scrivendo la solita canzone triste d’amore, mi ha fatto sentire veramente orgogliosa di me stessa, e con un riscontro molto più grande di quanto mi potessi mai immaginare. 

In quale fase della tua vita è maturata l’esigenza di scrivere e pubblicare l’EP Pas facile? Quale invece il suo messaggio?

Ho riflettuto sul fatto che molti dei singoli pubblicati rispecchiavano un periodo della mia vita che ormai era andato avanti. Non volevo quindi restare “indietro” agli occhi di chi invece voleva ascoltare la mia musica. Sono anche questo, certo, ma posso dire che c’è tanto altro che desidero raccontare, non solo a parole ma anche attraverso la mia musica. Nasce da qui l’esigenza di raccontarmi a 360 gradi e la pubblicazione di Pas Facile ne è stata la conseguenza. In questo EP parlo di temi che mi appartengono da sempre, ovvero l’amore, la solitudine e la famiglia. Non è stato facile arrivare a questo punto, guardando dentro me stessa. Pas Facile, che in italiano vorrebbe dire “Non è facile”, vuole proprio raccontare questo mio percorso, che comunque non è stato facile.

Ripensando a tutte le tracce che compongono Pas Facile, a quale senti di essere più legata? Quale invece pensi che sia stata più complessa da registrare?

Premetto che è difficile rispondere a questa tua domanda, ma posso provarci. Ti direi Gambe corte, Nasci, e forse Capirò. Quale brano invece è stato più difficile da registrare? Forse Nasci perché ho dovuto comunque parlare della mia famiglia, di mia sorella gemella e di argomenti dei quali non avevo mai parlato prima in un brano musicale. Aprirmi così tanto a livello personale è stata una sfida, e non sapevo se ne sarei stata capace. Quando l’ho fatto, la sensazione è stata però bellissima, proprio perché mi sono resa conto di essere capace di parlare anche di amore familiare, raccontando le persone che amo e che mi accompagnano ogni giorno in questo mio percorso.

Soap
Soap, Credit: GLOBEND

«Credo infatti fortemente nel fatto che la mia arte debba essere coltivata ogni giorno, cosa che non ho sempre fatto. Scrivere questa canzone mi servirà proprio a questo»

Come descriveresti l’evoluzione del tuo sound, partendo dagli inizi fino ad arrivare a Pas facile?

Ho iniziato facendo indie pop, adesso invece ti direi “urban soap”. È un termine che ho coniato io stessa perché credo sia un urban tutto mio e che non vedo riproposto da nessun altro artista in Italia. Mi piace poter parlare di “urban soap”, ci metto la firma sopra. Questo mio stile è influenzato anche molto dalle correnti e sonorità che si sentono in Francia composte da artisti francofoni.

Per presentarti ad un nuovo ascoltatore, quale brano gli consiglieresti e come lo descriveresti invece a parole?

Due brani in particolare. Il primo è Nasci perché penso che parli tanto di me. Il secondo è invece Capirò, perché spiego cosa sia per me la felicità cantando il verso “La penna è la mia donna. Si sveste quando ne ho cura”. Credo infatti fortemente nel fatto che la mia arte debba essere coltivata ogni giorno, cosa che non ho sempre fatto. Scrivere questa canzone mi servirà proprio a questo, ricordare in futuro cosa sia veramente importante per me. Riflettendoci, potrei anche proporgli l’ascolto di Occhi Viola, un brano che parla  del disagio interiore che vivo da sempre nei riguardi della vita. Lo so, sono un po’ leopardiana in questo.

Il tuo brano Macchina Argento è stato scelto come colonna sonora della serie Prisma su Amazon Prime Video. Cosa ha significato per te essere parte di questo progetto, e come giudichi il progetto?

La serie mi è piaciuta tantissimo, anche perché è stata girata a Latina, la mia città. È stato incredibile che abbiano scelto Macchina Argento come colonna sonora della serie. Sono stata contattata per cantare al Pride di Latina, e sullo stesso carro si trovava Ludovico Bessegato, il regista di Prisma. Dopo aver ascoltato il mio brano, mi ha spiegato che gli avrebbe fatto piacere includere questa mia canzone nella sua serie trasmessa su Amazon Prime Video. Per me è stata un’occasione incredibile.

Nel panorama musicale contemporaneo, come riesci a restare fedele a te stessa senza perdere la tua unicità? 

A livello di sonorità, sento di non avere un parallelismo. Considera che io ascolto principalmente rap, e spesso in Italia trovo che i cantanti parlino degli stessi argomenti. In quanto artista, cerco quindi di essere sempre me stessa puntando sulla mia autenticità.

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Soap, Credit: GLOBEND

«Il rapporto che instauro con le persone è molto genuino, e cerco sempre di trasmettere loro quanto siano importanti per me»

Che rapporto sei riuscita ad instaurare negli anni con i tuoi ascoltatori? Senti che percepiscono i messaggi che provi a comunicare attraverso i tuoi testi?

Il rapporto che instauro con le persone è molto genuino, e cerco sempre di trasmettere loro quanto siano importanti per me. Spesso interagiamo anche grazie ai social, organizzando delle dirette che mi aiutano a farmi conoscere in una veste più spontanea e reale. Per rispondere invece alla tua seconda domanda, posso dirti che sono molto grata del fatto che i miei messaggi vengono accolti dalle persone che mi ascoltano. Ricevo ogni giorno messaggi da parte di persone che si complimentano, oppure che mi raccontano di come la mia musica li abbia aiutati in un periodo non facile della loro vita. Per me questo è davvero importante, per fortuna riesco di arrivare alle persone che mi ascoltano, o comunque alla maggior parte.

Hai dei progetti futuri che vorresti condividere?

Potrei parlarti dei live che mi aspettano, per esempio non vedo l’ora di prendere parte a un concerto programmato a fine mese a Roma. È una sensazione indescrivibile poter cantare le proprie canzoni davanti ad un pubblico. Tutto il resto si vedrà.