Vanarin è una formazione psych-pop dalle radici italo-inglesi, composta da David Paysden, Marco Sciacqua, Massimo Mantovani e Marco Brena. Il loro sound si distingue per un raffinato equilibrio tra brit-pop, R&B e neo-soul, un connubio che ha riscosso ampio consenso a livello internazionale.
Nel corso degli anni, la band ha costruito una solida reputazione grazie a un’intensa attività live che li ha portati a esibirsi su numerosi palchi italiani e internazionali. Hanno aperto i concerti di artisti di rilievo come Thurston Moore, Public Image Ltd e Battles, e hanno partecipato a festival di prestigio, tra cui il MI AMI Festival, il Sirene Festival e Radio Onda d’Urto. Il loro successo si estende anche all’estero, con esibizioni in importanti showcase festival asiatici come lo Zandari Festa e il LUCfest, condividendo la scena con nomi internazionali quali Yellow Straps, The Rodeo, HYBS e Silica Gel.
L’eco della loro musica ha raggiunto anche circuiti di rilevanza mondiale, ottenendo spazio su canali prestigiosi come la BBC e il British Council’s Selector Radio Show, che li hanno selezionati tra le proposte musicali più interessanti del momento.
Dopo aver pubblicato due EP, Overnight e Treading Water, i Vanarin si preparano a un nuovo capitolo della loro carriera: a giugno 2024 lanciano un singolo che inaugura una serie di pubblicazioni in vista del loro terzo album, Hazy Days. L’album si sviluppa attorno a un concept originale, con ogni brano inteso come una fotografia dell’evoluzione umana contemporanea. Il sound, sofisticato e ricco di groove, trascende i confini del pop per esplorare territori sonori che spaziano dall’indietronica al nu-soul, fino alla psichedelia.
In questa intervista, i Vanarin ci raccontano in anteprima il nuovo album e i progetti futuri che li attendono.

«Il disco è nato da una nuova sperimentazione sia da un punto di vista compositivo che di produzione»
Cosa racconta Hazy Days e che messaggio volete trasmettere attraverso questo album?
Hazy Days è un album che raccoglie frammenti di un viaggio introspettivo. Non segue un filo logico ma racconta piccole percezioni di se stessi e del proprio mondo interno, nel tentativo di costruire un puzzle più ampio… è un invito a guardarsi dentro.
L’album è stato anticipato da ben sette singoli, perchè questa scelta?
Abbiamo deciso di rilasciare un singolo al mese proprio in quest’ottica, volevamo raccontare questo piccolo mondo un passo alla volta.
Qual è stato il processo produttivo di Hazy Days?
Il disco è nato da una nuova sperimentazione sia da un punto di vista compositivo che di produzione. Non siamo partiti da idee già abbozzate ma da progetti totalmente vergini, dove un suono, un groove o una piccola melodia hanno lasciato spazio a tutto il resto.

«Ogni disco ti muove verso qualcosa di nuovo o inesplorato e mostra parti di se stessi che fino ad allora non erano emerse»
Quale traccia di Hazy Days vi rappresenta di più e perché?
La traccia più rappresentativa per noi è Memories, rimanda in maniera esplicita all’idea di fondo del disco e ci ha molto soddisfatto per come è riuscita.
Ogni traccia dell’album si differenzia dall’altra, qual è il filo che le unisce?
Il puzzle più ampio, ogni canzone rappresenta un frammento di questo puzzle.
In cosa Hazy Days si distingue rispetto ai vostri lavori precedenti?
Ogni disco ti muove verso qualcosa di nuovo o inesplorato e mostra parti di se stessi che fino ad allora non erano emerse. Hazy Days è la continuazione dei dischi precedenti e della nostra evoluzione artistica.

«Sapere che il nostro lavoro è stato apprezzato a quel livello ci riempie di orgoglio e motivazione»
A settembre è partito il vostro tour, cosa possiamo aspettarci dalle prossime date?
Abbiamo lavorato per preparare uno show che integrasse il nuovo lavoro con quelli precedenti. Siamo arrivati a costruire un live di cui siamo molto soddisfatti e non vediamo l’ora di condividerlo con le persone.
Avete aperto artisti del calibro di Thurston Moore, Public Image Ltd, Battles, come avete vissuto questa esperienza?
Aprire a grandi artisti è un’esperienza unica ed eccitante e ti permette anche d’imparare qualcosa da chi fa questo lavoro da molto tempo. Ogni occasione è un piccolo sogno che si realizza.
BBC vi ha segnalati tra le migliori novità musicali del momento, cosa avete provato?
Siamo stati davvero felici della cosa e non può farci che piacere, sapere che il nostro lavoro è stato apprezzato a quel livello ci riempie di orgoglio e motivazione.

«Ci sono molti artisti che ci hanno ispirati sia dal punto di vista compositivo che creativo»
Ci sono nuovi sound o generi che vorreste esplorare in futuro?
Continueremo ad esplorare le sonorità acustiche ed elettroniche che stiamo sviluppando, mischiandole ai nostri ascolti e ai nostri gusti personali.
C’è qualcosa a cui vi ispirate quando create la vostra musica?
Ci sono molti artisti che ci hanno ispirati sia dal punto di vista compositivo che creativo. Spesso appartengono anche a generi diversi ma quello che ci incuriosisce è provare sempre a cambiare prospettiva, a volta basta quello.
Avete già in mente progetti futuri?
Stiamo facendo delle jam e registrando piccoli spunti per capire quale direzione poter dare al nostro lavoro futuro. Ci sono già diverse idee, con il tempo prenderanno vita.