Wax

WAX, oggi canto l’essere me stesso nonostante tutto (e tutti)

Un artista a 360 gradi e poliedrico, che per raggiungere i propri obiettivi ha abbracciato la possibilità di cadere per poi rialzarsi. Con i singoli "Fallire" e "7 Vite", il giovane cantante ha deciso di raccontarsi al suo pubblico senza filtri, lasciandosi guidare dalle emozioni

«Non ce la faccio ad essere un altro».

Basterebbe partire da questo primo verso del brano Fallire di Matteo Lucido, in arte WAX, contenuto in EXIT, ultimo album pubblicato dal cantante, per farsi un’idea di chi si ha veramente di fronte.

Ed è forse proprio per il suo essere sempre e comunque se stesso che il giovane artista, classe 2002, arriva un po’ come un pugno nello stomaco, controtendenza per certi versi, dall’altra invece morbido come una carezza, grazie ad una gentilezza per certi versi disarmante.

In un mondo musicale che corre, che si basa sulla corsa all’ultimo tormentone e sulla paura del giudizio, WAX sembra accettare il flusso e seguirlo, nel bene e nel male. Una mosca bianca in un panorama dove l’apparire a volte conta più dell’essere. E la scuola di Amici di Maria De Filippi gli ha insegnato tanto.

Artista a 360 gradi, poliedrico, WAX fin da subito si è messo in gioco, studiando, sperimentando, approcciando la cultura del fare, del non fermarsi e dello sfidare se stesso. 

Cercare di superare i propri limiti, raggiungere i propri obiettivi, abbracciando la possibilità di cadere per poi rialzarsi, accettando “il fallimento” come passaggio necessario. 

A dicembre è uscito il suo brano 7 Vite, una canzone «autentica, che rappresenta pienamente il mio stile di scrittura e il mio modo di essere».

Noi lo abbiamo intervistato, e quello che ne è uscito è stata una chiacchierata che, per certi versi, racconta molto di noi, di ciò che siamo oggi come persone in questa società. Una cultura, quella del fallimento come sconfitta, che a volte condiziona ma che, ogni tanto, e WAX ce lo insegna, ci impone di «Lasciarsi andare, naufragare/Fidarsi del mare e lasciarlo fare».

Autoaffermazione, quella di WAX, ma con il coraggio di ascoltare gli altri, di riflettere, di prendersi sul serio, ma non troppo nelle proprie scelte, perché come recita proprio Fallire e lui ci ripete: «Io preferisco fallire e scrivermi da solo la fine».

WAX
Shirt & trousers Cavia, jacket Jabark

«Istintivo nella musica, razionale nella vita»

Cominciamo dall’inizio: quando hai capito che la musica sarebbe stata il tuo percorso di vita?  

Ho iniziato con il violino, uno strumento che ho studiato da piccolo. Poi, intorno ai 14 anni, ho cominciato a cantare. A 16-17 anni ho capito che la musica era diventata un’esigenza, qualcosa di imprescindibile per me.  

Un inizio particolare, dal violino alla voce. E il tuo stile musicale? Come lo descriveresti?  

Direi pop urban, ma non ne sono ancora sicuro del tutto. Mi considero molto versatile, dipende sempre dallo stato d’animo del momento. Quando sono in studio o scrivo da solo a casa, metto in musica ciò che sento. Un’unica costante è il messaggio: cerco sempre di dare speranza, raccontare l’amore o trovare un lato positivo anche nei momenti difficili.  

Ti definiresti quindi più istintivo o razionale come artista?  

Istintivo nella musica, razionale nella vita. Quando creo, mi lascio guidare dalle emozioni. Cerco sempre di dare speranza attraverso la mia musica, mostrando il lato positivo delle cose, anche nei momenti dove ti sembra di aver fallito.

WAX
Polo & vest Tommy Hilfiger, shorts Nadia Pipas, hat Stetson

«Se ti fermi un attimo, qualcuno potrebbe darti per “fallito” o dimenticato. Fallire nasce da questa riflessione»

Parliamo di Exit, il tuo album. Cosa rappresenta per te? C’è una traccia che senti particolarmente tua?  

Sono soddisfatto di tutte le canzoni, ma quella che mi rappresenta di più in quel periodo è proprio Fallire. La vita va a momenti e la canzone parla di come affrontare i fallimenti e trovare il lato positivo. 

Perché proprio Fallire, pensi di aver fallito in alcuni momenti?  

Dopo Amici e il ritmo veloce del programma, ho sentito una sorta di pressione sociale. Se ti fermi un attimo, qualcuno potrebbe darti per “fallito” o dimenticato. Fallire nasce da questa riflessione: il fallimento è solo un momento, non la fine, ed è lì che impari a rialzarti.  

Presti molta attenzione al giudizio degli altri?

Il giudizio degli altri mi rafforza. Non sono dipendente, ma mi motiva a superare il dolore.

WAX
Total look Tod’s, vest Ballantyne

«Spesso si dice che le persone si mettano una maschera, perché vogliono nascondere i propri lati fragili e mi sono accorto che è vero»

Cosa ti porti dietro dalla tua esperienza ad Amici di Maria De Filippi? Cosa ti ha lasciato?  

È stato un percorso intenso. Sono entrato con una corazza, ma con poca consapevolezza di me stesso. Ne sono uscito conoscendomi molto meglio e riconoscendo il fatto che ne avessi una. Non è stato facile. Spesso si dice che le persone si mettano una maschera, perché vogliono nascondere i propri lati fragili e mi sono accorto che era vero. 

Tu ritieni di essere sempre stato te stesso?

Decisamente sì. Mi sono sempre rispettato.

È stato come una lente d’ingrandimento su chi sono e su come funziona il mondo della musica e il suo mercato, la sua comunicazione e il mezzo televisivo. 

Quanto ti ha influenzato Amici anche musicalmente?  

Tantissimo. Mi ha aperto le porte. Mi ha insegnato la disciplina: svegliarsi presto, vocal coach, prove generali, soundcheck… È stato un training completo.  

Jacket, cardigan & trousers Iceberg, shirt Snap.

«Quando devo far ascoltare un brano, le prime persone che contatto sono mia madre, mio fratello e il mio migliore amico»

E il rapporto con i fan e le critiche? Come lo gestisci?  

Ascolto sempre le critiche costruttive. Se sono fondate, le ascolto, le elaboro e vedo se posso migliorare. Però rimango fedele a me stesso. Il rapporto con i fan, invece, è diretto. Mi piace sentirmi vicino a loro.  Sono una persona che si affida molto. Una delle fortune più grandi è stata quella di incontrare delle persone che scrivono, autori, e sono cresciuto tantissimo non solo come lavoratore e artista, ma proprio come persona. E com’è che ho fatto questo? Grazie a persone che hanno più esperienza di me nel lavoro, nella vita, nelle relazioni. E l’importante è affidarsi, non al 100% ma ascoltare.

Però il rischio di affidarsi troppo può essere controproducente a volte.

Alcune volte sì, ovviamente devi sapere ascoltare te e devi sapere ascoltare gli altri. Poi mettere le cose sulla bilancia e ciò che pesa di più.

Sei molto legato alla tua famiglia. Ha un’influenza sulla musica che scrivi?

La mia famiglia incide molto. Sono una persona che ascolta. In generale le persone a cui voglio bene, che amo. Quando devo far ascoltare un brano, le prime persone che contatto sono mia madre, mio fratello e il mio migliore amico.

Jacket, trousers & shoes MM6 Maison Margiela, shirt Tintoria Mattei 954, tie & gloves stylist’s archive

«Un giorno sei al top e il giorno dopo rischi di essere subito nell’ombra. E’ lì che ti accorgi che quel momento di luce improvvisa non è la verità»

Qual è stato il consiglio più prezioso che hai ricevuto?  

Me l’ha dato mia madre: «Dal successo non si impara nulla, ma dal fallimento sì».  Quello che chiamo fallimento non è il concetto di “cadere”, ma rappresenta quei periodi in cui quelli che apparentemente possono sembrare “momenti no”, per me significano che sto realmente vivendo.

Se potessi parlare al Wax di qualche anno fa, cosa gli diresti?  

Gli direi: «Fai come stai facendo, lavora e non fermarti. Persevera». Direi al Wax che stava iniziando a brillare o che poteva in qualche modo avere un primo assaggio della notorietà: «fly down».

Sono momenti che passano in fretta, veloci. Un giorno sei al top e il giorno dopo rischi di essere subito nell’ombra. E’ lì che ti accorgi che quel momento di luce improvvisa non è la verità, quindi devi rispettarti. 

E al Wax del futuro?  

Gli augurerei di realizzare il suo sogno: aprire una società musicale con le persone a cui tengo di più. Insieme al mio migliore amico, che lavora nel campo dell’editoria, a mio fratello che è un musicista e laureato al conservatorio, un amico che fa videomaker e co-direttore artistico e amici talent che mi piacerebbe coinvolgere.  

WAX
Jacket, shirt & trousers Vivienne Westwood, shoes Vic Matié

«Vorrei collaborare con artisti come Andrea Bocelli, Marracash e Rhove, perché hanno un’energia pazzesca»

Con chi ti piacerebbe collaborare?

Vorrei collaborare con artisti come Andrea Bocelli, Marracash e Rhove, perché hanno un’energia pazzesca e io sono una persona a cui piace cambiare e sperimentare. Io mi ascolto anche le canzoni della Disney perché hanno delle top line pazzesche e allora mi serve per poi scrivere e prendere ispirazione.

Ultima domanda: Wax in tre parole?  

Empatico, energico, poliedrico.  

Credits

Art Director & Photographer Iconize

Stylist Simone Folli 

Grooming Alessia Motti

Photographer Assistant Filippo Susana

Stylist Assistants Nadia Mistri, Miriam Capelli & Francesco Pontecorvo 

Special thanks to Probeat Photo & AI Studio @probeat_agency