Jonathan Anderson, founder di JW Anderson e Direttore Creativo di Loewe, ha recentemente stretto un accordo con United Talent Agency (UTA), organizzazione americana che rappresenta Talent di alto profilo tra cui artisti, musicisti e content creator.
Con questa scelta Anderson contribuisce a ridefinire la figura del Fashion Designer e abbraccia una visione interdisciplinare che integra moda, cultura ed intrattenimento, facendoci riflettere sul significato odierno di talento.
Se infatti un tempo abilità tecnica e visione estetica erano sufficienti, il talento contemporaneo deve necessariamente fare i conti con numeri, algoritmi, regole imposte dal mercato e l’urgenza di proporre continuamente qualcosa di nuovo, in tempi sempre più stretti.
Il talento di oggi è interdisciplinare
I fashion designer che stanno plasmando il settore negli ultimi anni condividono tutti una caratteristica fondamentale: sono interdisciplinari, cioè sono in grado di muoversi con disinvoltura tra mondi apparentemente distanti, come il marketing, gli aspetti commerciali, l’autonarrazione e la gestione dell’immagine personale.
Prendiamo Marine Serre, che non si limita a realizzare collezioni con materiali riciclati ma le trasforma in messaggi, in dichiarazioni che parlano di sostenibilità e futuro. Oppure Jacquemus, che ha fatto dello storytelling il segreto del suo successo. O ancora Sébastien Meyer and Arnaud Vaillant, founder di Coperni, che stanno rivoluzionando il rapporto tra moda, scienza e tecnologia. Come dimenticarci del loro Spray Dress, creato in tempo reale sul corpo di Bella Hadid nel 2022, o della recente AirSwipe Bag, borsa fatta al 99% di aria e 1% di vetro?
Essere interdisciplinari, però, non significa solo avere competenze in ambiti differenti. Significa soprattutto saperle utilizzare strategicamente per portare avanti la propria visione creativa. E in un mondo dove la moda ha un grandissimo impatto culturale, sociale e tecnologico, oltre che estetico ovviamente, tale visione non può esimersi dal cercare di rispondere alla grandi questioni globali, come la sostenibilità e l’inclusione.
«When creativity melds together with global issues, I believe you can bring the world together», diceva Virgil Abloh, che ha fatto dell’interdisciplinarità il valore portante di tutta la sua incredibile carriera.
Formazione continua e growth mindset
Questo approccio richiede growth mindset e una formazione continua, che non può esaurirsi con il conseguimento di un attestato accademico.
Le Istituzioni educative, da un lato, hanno il delicato compito di aiutare i giovani a sviluppare le competenze tecniche e trasversali necessarie per iniziare ad operare nel settore, offrendo percorsi di studi sempre più orientati all’interdisciplinarità.
Dall’altro, però, la formazione accademica è solo il punto di partenza. In un settore che evolve alla velocità della luce, continuare a imparare è una necessità. Formarsi in autonomia significa avere curiosità intellettuale e saper cogliere le opportunità offerte dal proprio contesto. Significa seguire corsi specifici per acquisire nuove competenze – dal marketing digitale alla sostenibilità, dalla programmazione al design thinking. Ma vuol dire anche sfruttare il potenziale dell’esperienza diretta: collaborare con professionisti di settori diversi, partecipare a progetti interdisciplinari, esplorare campi che vadano oltre la moda per ampliare il proprio bagaglio culturale.
Oggi l’apprendimento non si limita a un’aula fisica o virtuale. È nei workshop, nei laboratori creativi, nei podcast di settore, nelle community online dove le idee si scambiano e si trasformano. E ancora nell’osservazione del mercato, nell’analisi dei trend globali e nella sperimentazione sul campo.
Essere interdisciplinari, in definitiva, vuol dire abbracciare il cambiamento come una costante, non temere di uscire dalla propria zona di comfort e considerare ogni esperienza come un’opportunità per crescere. È questo approccio che permette di rimanere rilevanti in un’industria che non smette mai di reinventarsi.
La moda del futuro non sarà definita solo dalla bellezza dei suoi prodotti, ma dalla profondità delle storie che racconterà, dalla capacità di rispondere alle grandi domande del nostro tempo e dal suo impatto concreto sulla società. L’interdisciplinarità, in questo contesto, non è solo un metodo di lavoro: è una visione che sfida i limiti e apre nuove possibilità.