Edoardo Miulli racconta i suoi primi ruoli tra set, scuola e nuove sfide

Nel 2025 è al centro di due nuove produzioni di rilievo: RIV4LI su Netflix e Tutto quello che ho su Mediaset. Lo abbiamo incontrato in un momento cruciale del suo percorso, tra nuovi ruoli, set impegnativi e passaggi di crescita

Edoardo Miulli, classe 2010, è uno dei giovani interpreti italiani da tenere d’occhio. Ha iniziato prestissimo, mettendo in scena brevi spettacoli per la famiglia, per poi approdare a spot pubblicitari, cinema e serie tv. Dopo una prima apparizione nel film Game of Love, dove interpreta il protagonista da bambino, prende parte a diversi progetti, alternando la pubblicità – tra cui una campagna per Mulino Bianco – a ruoli più strutturati. È nel cast di Improvvisamente a Natale mi sposo, film per il cinema con Diego Abatantuono, e interpreta Leo, capo di una baby gang, nel film Crush – La storia di Diego, uno dei suoi primi ruoli davvero centrali.

Nel 2025 è al centro di due nuove produzioni di rilievo. È tra i protagonisti di RIV4LI, la nuova serie per ragazzi creata da Simona Ercolani e in uscita prossimamente su Netflix, ambientata nello stesso universo narrativo di DI4RI. Nella storia, che ha per protagonisti i ragazzi della Terza D della scuola media Montalcini di Pisa, Miulli interpreta Dario, il migliore amico del leader del gruppo degli Insiders. La serie, diretta da Alessandro Celli, affronta temi legati all’adolescenza e alla costruzione dell’identità.

Parallelamente, Miulli è tra i volti principali della nuova fiction Mediaset Tutto quello che ho, diretta da Monica Vullo e Riccardo Mosca, in onda prossimamente su Canale 5. Qui veste i panni di Roberto, un giovane canottiere la cui vita viene sconvolta dalla scomparsa della sorella, interpretando un personaggio attraversato da dolore, solitudine e fragilità.

Lo abbiamo incontrato in un momento cruciale del suo percorso, tra nuovi ruoli, set impegnativi e passaggi di crescita. Ecco cosa ci ha raccontato.

«[…] Mi emoziona l’idea di condividere la mia passione con altri che hanno i miei stessi obiettivi, i miei stessi sogni, mi fa sentire bene»

Edoardo, stai vivendo un momento d’oro: tra nuovi set, fiction e progetti importanti. Cosa ti emoziona di più quando inizi un nuovo lavoro?

Mi emoziona tutto direi, sicuramente per prima cosa la possibilità di fare ciò che veramente amo, recitare. Mi emoziona l’idea di condividere la mia passione con altri che hanno i miei stessi obiettivi, i miei stessi sogni, mi fa sentire bene.

Cinema, TV, pubblicità: hai già esplorato mondi diversi. Qual è il set dove ti sei sentito più libero di esprimerti?

Porto sempre me stesso, cerco di essere il più vero possibile per cui direi che questo mi rende libero di esprimermi in qualsiasi set.

Hai appena girato Tutto quello che ho per Mediaset, dove interpreti Roberto, un ragazzo che affronta un momento molto duro. Com’è stato calarti in un ruolo così intenso?

È stato un lavoro di forte empatia ma non è stato così difficile per me. Anche io ho una sorella più grande come Roberto, é bastato pensare: e se fosse successo a me? I miei sentimenti sono diventati quelli di Roberto.

Nella serie sei un canottiere e ti alleni per gare importanti: hai fatto davvero allenamenti di canottaggio? Hai scoperto una nuova passione?

Si prima di girare mi sono allenato sia con il vogatore che prendendo lezioni di canottaggio (non lo avevo mai praticato). Mi sono divertito molto, é uno sport molto intenso.

«Il consiglio che mi hanno dato è stato quello di essere sempre me stesso e di lasciarmi trasportare dalle emozioni»

Vanessa Incontrada e Marco Bonini interpretano i tuoi genitori nella fiction. Cosa hai imparato lavorando con due attori così esperti?

Con loro mi sono trovato fin da subito a mio agio, mi hanno accolto benissimo e mi hanno sempre supportato. Il consiglio che mi hanno dato è stato quello di essere sempre me stesso e di lasciarmi trasportare dalle emozioni.

Hai iniziato giovanissimo, scrivendo spettacoli per la tua famiglia e poi recitando in film, spot e serie. Quando hai capito che la recitazione era davvero la tua strada?

L’ho sentito subito, dal primo spettacolo a cui ho partecipato durante una vacanza estiva con la mia famiglia. È difficile da spiegare, è un’esigenza che sento dentro di me, di cui non posso fare a meno.

Sul set di Crush – La storia di Diego, hai interpretato un capo di una baby gang. Quanto è stato difficile interpretare un ragazzo così diverso da te?

Leo è stato un bel personaggio da interpretare, un ragazzo molto solo (i genitori separati erano concentrarsi su altro) che per sentirsi considerato ha usato i mezzi sbagliati diventando il leader di un gruppo di ragazzi che commettevano azioni forti. Per interpretarlo ho dovuto prima capire come si sentisse emotivamente, poi ho agito. Inoltre mi sono inspirato ad un attore che stimo molto a cui molti dicono che assomiglio: Brad Pitt in Fight Club.

«Prima di girare le scene più complesse ho un piccolo rito scaramantico, quello di battere 3 volte il copione in terra»

C’è un ruolo che sogni di interpretare un giorno? 

Mi piacerebbe un ruolo che potesse raccontare la mia città, la mia Roma, vista dalle sue borgate.

Quando sei sul set, c’è qualcosa che ti aiuta subito a entrare nel personaggio? Hai dei piccoli riti o abitudini prima di iniziare a girare?

Leggo subito tutta la sceneggiatura per capire a 360 gradi cosa vive e cosa prova il personaggio. Prima di girare le scene più complesse ho un piccolo rito scaramantico, quello di battere 3 volte il copione in terra.

Tra scuola, set e tempo libero: come fai a gestire tutto? E cosa ti piace fare quando non stai recitando?

Conciliare set e scuola non è facilissimo, ci vuole tanta forza di volontà ed impegno. Bisogna gestire un tempo che non sempre si ha a disposizione. La scuola è molto importante e quando sono sul set a volte mi capita di rinunciare a qualche uscita con gli amici, ma appena posso recupero. Quando non sono sul set faccio una vita da teenager come tutti gli altri, esco con gli amici, ascolto musica e guardo film.