Matteo Sartori, un atleta padrone del proprio destino

Dall’emozione del primo colpo di remo all’adrenalina delle grandi competizioni internazionali. Matteo Sartori, ha scelto il canottaggio per vocazione, affrontando sacrifici, sfide e traguardi con determinazione e passione

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Crescere con una leggenda dello sport in casa può essere un’eredità pesante da portare, ma per Matteo Sartori, classe 2002, è stata una spinta a scrivere la propria storia. Figlio d’arte, ma atleta con un’identità ben definita, ha scelto il canottaggio per vocazione, affrontando sacrifici, sfide e traguardi con determinazione e passione. Un atleta che, nonostante la giovane età, conosce l’arte di cavarsela da solo e di mettersi in gioco.

Dall’emozione del primo colpo di remo all’adrenalina delle grandi competizioni internazionali, il suo percorso è fatto di lavoro, ambizione e sogni che prendono forma sull’acqua. Con lo sguardo rivolto al futuro e un obiettivo ben chiaro — Los Angeles 2028 — Matteo è pronto a dimostrare, ancora una volta, di essere padrone del proprio destino.

Matteo Sartori, credits Dior

«Tra le tante, quella di dimostrare di poter scrivere la mia storia senza rimanere nell’ombra di mio padre»

Come hai iniziato la tua carriera nel canottaggio e cosa ti ha motivato a scegliere questo sport?

Il mio contatto col canottaggio ha a che fare con la tradizione di famiglia, vivo con una leggenda in casa che è mio padre, medaglia d’oro a Sidney 2000, medaglia di bronzo ad Atene 2004 e medaglia d’argento a Londra 2012. Ha conquistato 5 Olimpiadi consecutive e sebbene lui non volesse che io iniziassi a remare, conoscendo quanto sacrificio e quanto sofferenza si cela dietro questo sport, io comunque ho deciso di farlo, come se avessi sentito una vocazione. Diciamo che questo sport mi scorre nelle vene e all’età di 9 anni ho iniziato a remare. Da lì è stato amore a prima vista.

Quali sono state le principali sfide che hai affrontato durante la tua carriera nel canottaggio?

Tra le tante, quella di dimostrare di poter scrivere la mia storia senza rimanere nell’ombra di mio padre. La verità è che tutto quello che ho fatto me lo sono preso da solo, e sottolineo che mio padre non mi ha mai fatto pesare il fatto che avessi un cognome importante o che comunque la sua carriera avesse un ruolo significativo sulla mia. Anzi, ha sempre detto che quello che sto facendo è un capitolo della mia storia. Una sfida è proprio quella di dimostrare giorno per giorno che da solo posso raggiungere obiettivi sempre più grandi.

Hai partecipato a competizioni internazionali di rilievo. Quale ritieni sia stata la tua performance più significativa e perché?

Ho partecipato a varie competizioni nazionali e internazionali, partendo dai campionati italiani e passando per europei, coppa del mondo e mondiali, per finire a partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Tra le performance più significative per me, l’Europeo del 2023 a Bled dove da underdog, essendo il più piccolo della manifestazione e in una delle specialità più difficili di questo sport, che è il doppio, abbiamo conquistato un grandioso secondo posto, stando fino agli ultimi 150 metri davanti ai campioni olimpici in carica, con un finale tiratissimo che ha visto però vince per un secondo il doppio croato.

Matteo Sartori
Matteo Sartori, credits Dior

«I miei obiettivi futuri sono i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028.»

Come ti prepari mentalmente e fisicamente per le competizioni più importanti?

Per una gara occorre mantenere alto il focus sull’alimentazione, che deve essere la più pulita possibile, così da avere un fisico pronto per la competizione. Mentalmente cerco sempre di mantenere la concentrazione su me stesso, schermando la gara nella mia testa e immaginandomi colpo su colpo come impostare il ritmo e la strategia di gara.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri nel canottaggio?

Tra i miei obiettivi futuri c’è l’Olimpiade di Los Angeles 2028. Si prospetta una grande Olimpiade, sia dal punto di vista mediatico, poiché sarà appunto in America, che renderà il tutto ancora più mastodontico e dovrà essere assolutamente la mia Olimpiade, la mia rivincita per riprendermi ciò che mi è mancato a Parigi 2024. 

Come vedi lo sviluppo del canottaggio in Italia e a livello mondiale nei prossimi anni?

Il canottaggio purtroppo non gode di grande visibilità. Siamo rimasti ancora indietro di 40 anni. La gente si ricorda solo unicamente di Abbagnale grazie alla stratosferica telecronaca di Gian Piero Galeazzi. Ma il mondo è andato avanti. Ci sono state molte altre vittorie, tra l’altro importanti, ma il movimento che c’è intorno a questo sport è davvero minimo. Credo che il canottaggio da pochi anni a questa parte però stia avendo un riscontro positivo sul suolo italiano. Molti ragazzi si stanno avvicinando al nostro mondo, grazie anche all’inserimento del Beach Sprint, che è la nuova disciplina olimpica che vedremo a Los Angeles 2028, poiché è uno sport sempre a contatto con la natura, tra lago e mare, che apre porte a tutte le realtà.

Nei prossimi anni prevedo per l’appunto che il movimento e la visibilità intorno a noi aumenti, anche grazie alla nuova federazione. C’è area di cambiamento e sarà un buon quadriennio anche per continuare a essere tra le migliori nazioni a livello mondiale, poiché tra nazioni di alto livello come Olanda, Inghilterra, Nuova Zelanda e via dicendo, il canottaggio viene visto come il primo sport da dover far praticare alle nuove generazioni, è proprio una cultura, e questo fa sì che il livello sin da piccoli, su un bacino di utenza di milioni di ragazzi, sia veramente alto.

Matteo Sartori, credits Dior

«prima di scendere in acqua, […] nella mia playlist pre-gara ci deve sempre essere Can’t Hold Us di MackLemore»

Hai qualche rituale o abitudine particolare prima di una gara?

Ho molti rituali prima di una gara, diciamo la maggior parte sono i miei intimi, ma due in particolare che vi svelerò sono, prima di scendere in acqua, da quando ho iniziato a remare, nella mia playlist pre-gara ci deve sempre essere Can’t Hold Us di MackLemore, e un altro è il toccare l’acqua prima di partire per la gara per connettermi ad essa.

Come bilanci la tua vita personale con gli impegni sportivi?

Credo che la mia vita personale si incastri molto bene con la mia vita sportiva. Nel 2024 dopo le Olimpiadi mi sono laureato in criminologia, sono fidanzato da due anni e tre mesi con Alice, una ragazza stupenda che mi sopporta e supporta ovunque io vada. Al ritorno dei miei raduni cerco di passare il mio tempo tra casa e la mia ragazza, il più delle volte incastro insieme queste due cose, così da potermi godere di più i momenti insieme. 

Matteo Sartori in tre parole.

Determinato, coinvolgente e presente.