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Tra materia e visione, il futuro della moda alla Milano Fashion Week Autunno Inverno 2025

Tre progetti emergenti si fanno portatori di una riflessione profonda e inedita sulla moda, in cui l'artigianato, la performance e l'introspezione si intrecciano per dar vita a visioni che sfidano le convenzioni del settore

In occasione della Milano Fashion Week Autunno Inverno 2025 2026, tre progetti emergenti si fanno portatori di una riflessione profonda e inedita sulla moda, in cui l’artigianato, la performance e l’introspezione si intrecciano per dar vita a visioni che sfidano le convenzioni del settore. Agglomerati di Francesco Casarotto esplora l’intensità emotiva attraverso sculture tessili che incarnano archetipi umani; Alchètipo di Andrea Alchieri dissolve i confini tra sartorialità e decostruzione, in un’architettura tessile che sfida il tempo; Bergie di Giorgia Andreazza, con la sua estetica fluida e visionaria, trasforma il corpo umano in un territorio di resistenza tra l’analogico e il digitale. Insieme, questi tre designer tracciano un filo rosso che, dal presente, proietta lo sguardo verso un futuro incerto e stimolante, dove l’abito non è solo un indumento, ma una narrazione che si fa corpo e filosofia.

Agglomerati di Francesco Casarotto

Agglomerati è un lessico visivo in bilico tra moda, artigianato e introspezione. Un linguaggio che non veste ma svela, che non adorna ma incarna. Nato come un progetto ibrido capace di attraversare i confini tra fashion, performance e ricerca artistica, il brand fondato da Francesco Casarotto dà forma a personaggi che sono stati d’animo, maschere che non celano ma rivelano, abiti che vibrano di significati.

Con la No Season Collection N.3/2025, presentata durante la Milano Fashion Week Donna Autunno Inverno 2025 2026, Agglomerati torna a scolpire l’invisibile, traducendo emozioni in volumi, stati d’animo in silhouette. Dieci personaggi, dieci archetipi che incarnano tensioni e fragilità dell’essere umano. La Gelosia, febbrile e sottile come un’ombra, la Vanità, che si specchia senza mai vedere, la Compassione, capace di leggere il dolore altrui. E ancora, la Paura, fragile e preziosa, la Menzogna, seducente e ingannevole, il Panico, travolgente e asfissiante, la Vergogna che si dissolve nel silenzio. Ogni figura è un riflesso di ciò che ci attraversa, una scultura tessile che vibra di simbolismo.

Agglomerati No Season Collection N.3/2025

L’allestimento site-specific, curato da Davide Stucchi in occasione della presentazione durante la settimana della moda milanese, si intreccia con una proiezione video diretta da Ced Pakusevskij e con la direzione artistica di Elisabetta Giovi, creando un viaggio immersivo nella mente umana. La colonna sonora della serata, firmata Washington 80, traduce l’essenza della collezione in un’esperienza sensoriale tra percussioni downtempo e improvvisazioni elettroniche.

In un panorama fashion sempre più omologato, Agglomerati continua a costruire il proprio vocabolario emotivo, fatto di gesti sartoriali, evocazioni oniriche e tensioni viscerali. Un sussurro che si insinua nel caos contemporaneo, trasformando l’abito in rito, il corpo in narrazione, la moda in una partitura interiore.

Agglomerati No Season Collection N.3/2025

Alchètipo di Andrea Alchieri

Alchètipo è un linguaggio, un’idea in continua metamorfosi, un codice estetico che si muove tra sartorialità e decostruzione, tra memoria e avanguardia. Non segue le stagioni, le dissolve; non impone confini, li sfida. Ogni capsule è un frammento di una narrazione più ampia, un esercizio di sottrazione e ridefinizione in cui il segno diventa impronta, identità. Il progetto di Andrea Alchieri si radica nella ricerca, nell’ossessione per il dettaglio, nella tensione tra l’artigianalità del made in Italy e una visione brutalista che attinge al ritmo convulso della città.

In questa traiettoria, in occasione della Milano Fashion Week Autunno Inverno 2025 2026 si inserisce Ombra Sospesa, capsule collection S25, un’esplorazione visiva e materica che traduce il contrasto tra luce e penombra, presenza e dissolvenza. Le silhouette si fanno liquide, sospese nel vuoto urbano come frammenti di un racconto in bianco e nero. Nero profondo, grigio industriale, texture che sfiorano la pelle come architetture tessili in movimento. Le forme si destrutturano, si adattano, si piegano ai gesti di chi le indossa, evocando un’eleganza austera e magnetica. Nulla è statico, nulla è definitivo. Ombra Sospesa non è solo una collezione, ma un atto di espressione: un’ombra che danza tra le geometrie della città, lasciando dietro di sé il segno di un’estetica che non cerca approvazione, ma risonanza.

Alchètipo
Alchètipo Ombra Sospesa, capsule collection S25

Bergie di Giorgia Andreazza

C’è un battito che scorre sottotraccia nel progetto Bergie, una pulsazione che intreccia ricerca materica, ingegneria sartoriale e un’estetica fluida, aliena ai confini di genere e tempo. Giorgia Andreazza orchestra un linguaggio che vive di metamorfosi, un ibrido in cui il corpo diventa spazio di sperimentazione e la moda si fa atto di resistenza. Tra pieghe distopiche, volumi in transizione e materiali sottratti a un futuro prossimo, ogni collezione è una riflessione sul rapporto tra umano e post-umano, tra artigianato e innovazione. Non è solo abito, ma dispositivo, manifesto, superficie sensibile che assorbe il presente per riscriverlo.

Con la collezione Autunno Inverno 2025 2026, il brand esplora una dicotomia viscerale: l’intimità del quotidiano e il filtro implacabile della tecnologia. Un caffè condiviso, il calore di un gesto rituale che si scontra con la distanza mediata dagli schermi, con droni che sorvegliano dall’alto e connessioni che si frammentano in pixel. «Il caffè, come tu sai, è una forma di incontro, uno scambio, un sinonimo di dialogo in tutte le lingue, in tutti i paesi. Moda e lifestyle si intrecciano qui, nella loro essenza più profonda», racconta Federico Renoldi, visual coordinator del brand, che da quattro anni affianca Giorgia in una visione coesa, stratificata. Un equilibrio di elementi tangibili e immateriali, dove ogni dettaglio è studiato, dalla location alla performance, fino all’ultimo frammento visivo che compone l’universo Bergie.

Bergie fashion Week Donna 2025
Bergie collezione Autunno Inverno 2025 2026

Questa tensione tra naturale e artificiale si traduce in un’estetica che oscilla tra protezione e vulnerabilità, tra tattilità e distacco. L’introduzione del Coffee Leather BERGIE, pellame biotecnologico derivato da fondi di caffè riciclati, ridefinisce la materialità stessa del lusso: non più status, ma consapevolezza, non più esclusività, ma evoluzione. «Il caffè genera tantissimo spreco e scarto: da questo scarto si è deciso, insieme a un biotecnologo, di realizzare la Bergie Bag in pelle di caffè, un’icona del brand che si inserisce in un percorso di sostenibilità», spiega Renoldi.

E poi c’è la performance che ha accompagnato la presentazione della collezione durante la Milano Fashion Week Donna, il racconto scenico che accompagna la collezione e la immerge in un’atmosfera di sogno post-umano. Un drone sorvola la passerella, sospeso nell’aria come un’insetto sintetico, trasportando una tazza di caffè. «Abbiamo immaginato un futuro in cui il waiter potrebbe essere sostituito da uno strumento robotico, una deumanizzazione del gesto più semplice, più quotidiano», continua Renoldi. Sotto, una rete di fiori metallici—realizzata in collaborazione con un’artista—incornicia il tableau, simbolo di un’umanità che si ibrida con la macchina, che trasforma il reale in simulacro. «C’è sempre un vibe fairytale, un racconto fiabesco che si insinua nelle immagini forti e impattanti del brand», conclude Renoldi.

La collezione di Bergie per l’Autunno Inverno 2025 non si limita a vestire, ma sussurra storie di futuro, di radici e di possibilità. Un’ombra che si muove tra umano e sintetico, tra memoria e speculazione, tra intimità e alienazione.