Blumarine svela il suo Autunno Inverno 2025 2026, una collezione che si insinua con grazia tra il romanticismo evocativo della maison e il rigore moderno di David Koma. In un gioco di contrasti calibrati, l’estetica visionaria del direttore creativo prende forma in un racconto cinematografico dalle tinte noir, tra l’eredità sensuale del cinema italiano e un’affilata ricerca strutturale.



La collezione Autunno Inverno 2025 2026 di Blumarine è un’ode al cinema italiano
L’ispirazione per la collezione Autunno Inverno 2025 2026 presentata alla Milano Fashion Week Donna affonda nelle icone della Settima Arte: figure femminili di magnetismo assoluto, a metà tra musa e anti-eroina, sospese tra l’intrigante esuberanza siciliana e un languore dark che si consuma sulla sabbia nera di Stromboli. L’allure mediterranea si tinge di accenti gotici, in un raffinato esercizio di stile che unisce seduzione e disciplina sartoriale.



La palette cromatica è una dichiarazione d’intenti: rosso sangue e rossetto, nero profondo, grigi lunari e bianchi eterei si alternano in un crescendo espressivo che dialoga con la matericità dei tessuti. Tra crêpe scultoreo e neoprene strutturato, le silhouette oscillano tra fluidità e rigore, in una tensione che richiama le architetture di un melodramma italiano.
Il leitmotiv della collezione è il cardo siciliano, fragile e fiero al contempo, che si fa emblema di un’estetica sospesa tra forza e delicatezza. Il suo motivo si declina in stampe, ricami e dettagli metallici, affiancato da floreali tridimensionali in cut-out e cristalli. L’ornamentazione metallica, cifra stilistica di Koma, irrompe con borchie, occhielli e anelli, stratificando il dialogo tra modernismo e nostalgia.



Architetture sartoriali, fluidità materica, accessori Iconici e dettagli scultorei
Le costruzioni sartoriali parlano un linguaggio incisivo: cappotti e caban in shearling si modellano su linee corsetto, mentre le giacche bustier enfatizzano il punto vita con scolli Madonna. Pantaloni slim si alternano a volumi più audaci, mentre crinoline leggere sorreggono abiti ad A che sembrano sfiorare il corpo con studiata nonchalance. Lingerie couture e suggestioni bohémiennes prendono forma in camicie di georgette e chiffon, in abiti smock impalpabili e chemisier che fluttuano tra rigore e abbandono.



Gli accessori amplificano la narrazione, tra suggestioni fetish-chic e citazioni d’archivio. Stivali alti in vernice e lycra sfoggiano punte in metallo a forma di rosa, mentre sandali stiletto e slingback strutturate rifiniscono il look con dettagli in PVC. Le borse giocano con le proporzioni: la Kiss Me bag si trasforma in tracolla dal design sovversivo, mentre le toy bag in cavallino con stampa zebrata si impreziosiscono di dettagli scultorei in metallo.
David Koma rilegge Blumarine attraverso un prisma tagliente e contemporaneo, innestando un lessico estetico che esalta la femminilità senza indulgere nella celebrazione retorica. La donna Blumarine emerge come un’eroina moderna, consapevole della propria dualità: eterea e assertiva, sensuale e impenetrabile, protagonista di un film senza tempo dove la moda si fa racconto e la seduzione un codice da decifrare.

