NIKI DE SAINT PHALLE: AL MUDEC, UN OMAGGIO ALLA “DONNA-ARTISTA” E ALLA SUA AVANGUARDIA LIBERA

Visitabile fino a domenica 16 febbraio 2025 e curata da Lucia Pesapane, l'esposizione ripercorre la carriera di un'artista a 360 gradi che ha segnato lo scenario del XX secolo e non solo

Pittrice, scultrice, performer, autrice di film sperimentali: Niki de Saint Phalle è un’artista a 360 gradi, collocarla sotto un’unica definizione risulterebbe costantemente riduttivo e improprio. Nata in Francia nel 1930 – per poi toccare con mano il movimento femminista degli anni ’60 e il Nouveau Réalisme nel decennio successivo – Niki sfida gli stereotipi di genere in una maniera del tutto originale, facendo dell’arte un’arma straordinaria. Attraverso opere dal carattere fortemente personale, a tratti struggente, la “donna-artista” (come lei stessa ama definirsi) restituisce tutta se stessa, mostrando da un lato uno spiccato orgoglio per il suo lavoro, dall’altro una grande sensibilità verso disuguaglianze e discriminazioni. Il tutto veicolando valori quali femminilità, sensualità e un amore viscerale per la vita come creazione.

Niki de Saint Phalle viene oggi celebrata nel capoluogo meneghino, con una mostra in otto sezioni che intende ripercorrere la sua peculiare carriera. Visitabile fino a domenica 16 febbraio 2025 presso il MUDEC, l’esposizione è curata da Lucia Pesapane e realizzata in collaborazione con Niki Charitable Art Foundation.

«Niki de Saint Phalle è oggi considerata come una delle artiste più importanti del XX secolo – dichiara la curatrice Pesapane – ha saputo, come pochi artisti prima, utilizzare lo schermo ed i media per promuovere la sua arte e il suo impegno sociale nei confronti delle minorità e dei più fragili, malati, bambini e animali. Questa responsabilità si è tradotta in un’arte gioiosa, inclusiva, in grado di veicolare attraverso opere comprensibili e amate da tutte le generazioni un discorso attento alle diversità, non-eurocentrico e non-gerarchico».

Niki de Saint Phalle: l’itinerario della mostra

Con ben 110 opere incluse in un itinerario tematico pensato per riportare in vita l’evoluzione artistica di Niki, la mostra si divide tra lavori di grande dimensione, creazioni su carta, video e vestiti della Maison Dior (che rimandano all’esperienza di Niki come modella). Variopinto, avanguardistico e dalle linee tondeggianti, l’universo descritto dall’artista è dominato dalle celebri Nanas, sculture imponenti e coloratissime che intendono rendere omaggio alla libertà femminile e al volersi porre contro stereotipati ideali estetici. «L’artista fa breccia perché la sua opera parla di diritti e ci dimostra che ribellarsi è sano, necessario, indispensabile. La sua arte ci offre un rimedio possibile contro l’ingiustizia, un conforto, è un accesso alla bellezza» afferma ancora Lucia Pesapane.

Per i prossimi mesi Milano avrà quindi l’onore di accendere i riflettori su una personalità unica («la prima donna libera che abbia mai visto dipingere in vita mia» secondo le parole della giornalista e attivista Gloria Steinem), ancora non sufficientemente riconosciuta in Italia, cruciale nello scenario artistico novecentesco e non solo. A rendere ancor più completa la panoramica sulla “donna-artista”, la città è inoltre orgogliosa di ospitare un’altra retrospettiva significativa: quella dedicata a Jean Tinguely, marito di Niki de Saint Phalle, in mostra presso lo spazio Hangar Bicocca.  

L’esposizione Niki de Saint Phalle sarà aperta al pubblico fino a domenica 16 febbraio 2025 presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano – in via Tortona 56.