Ricardo Baez, il nuovo capitolo musicale con l’album “Tutto Passa”

Fondatore di "Tropical Animals" e figura di riferimento nella musica elettronica alternativa, l'artista torna sulla scena con il nuovo album "Tutto Passa" raccontandosi al suo pubblico tra affetti, amori ed esperienze

Artista e fondatore del leggendario Tropical Animals, che dal 2010 ha trasformato radicalmente la scena del clubbing fiorentino, Ricardo Baez è oggi una figura di riferimento nel panorama della musica elettronica alternativa. I suoi set, una fusione autentica di house, techno e altre sonorità, rendono ogni performance un viaggio sonoro che non smette mai di sorprendere, coinvolgendo il pubblico e consolidando la sua reputazione. Nel corso degli anni, Baez ha collaborato con importanti etichette discografiche, tra cui Running Back, Mule Musiq e Permanent Vacation, dimostrando una rara capacità di rinnovarsi pur mantenendo una solida e distintiva identità musicale. Nel 2018, ha inoltre fondato la sua etichetta discografica, Tropical Animals, un progetto dedicato a dare visibilità a talenti internazionali.

Con l’uscita del suo nuovo album Tutto Passa, Baez ha scelto di aprirsi con il suo pubblico, raccontando attraverso la musica la sua evoluzione sia artistica che personale. «Parla di me, della mia vita, della mia famiglia, dell’amore e dei miei sentimenti – ha raccontato nel corso dell’intervista – Un lungo lavoro di 7 anni dove ho esplorato me stesso e i miei rapporti».

Ricardo Baez
Ricardo Baez

«Il Tropical Animals è […] la casa di tutte le persone che vogliono “ascoltare” della buona musica alternativa, elettronica e urban a Firenze.»

Durante la tua infanzia hai respirato musica blues, jazz e pop anni ’80. Come pensi abbiano plasmato il tuo approccio alla musica, e in particolare verso quella elettronica?

Da piccolo, l’approccio alla musica è stato un passaggio naturale. Qualsiasi bambino ha una reazione se ascolta un suono… è qualcosa di ancestrale. Sicuramente ho assorbito come una spugna tutto quello che ascoltavo, iniziando ad allenare il mio orecchio. Questo mi ha dato una base solida per poter capire la musica a 360 gradi. La musica elettronica invece è stata una mia scoperta, mosso dalla curiosità di scegliere un genere che fosse del mio tempo e che mi rappresentasse di più. Cosa che cerco di fare ancora oggi, guardando anche al futuro.

Tropical Animals è diventato un punto di riferimento della club culture italiana. Cosa ha reso questo evento così speciale, e come hai visto evolversi la scena musicale italiana negli ultimi anni?

Credo che la continuità, la passione e la ricerca siano stati gli ingredienti giusti per arrivare ad essere il format più longevo d’Europa. Il Tropical Animals è un party settimanale che dal 2009 è stato – e lo è ancora – la casa di tutte le persone che vogliono “ascoltare” della buona musica alternativa, elettronica e urban a Firenze. La scena non esiste più, noi e pochi altri in Italia siamo gli ultimi baluardi di quello che è la vera essenza del clubbing. I ragazzi di oggi non hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa, sono molto individualisti, poco curiosi di ascoltare ma molto curiosi di vedere. Non è nella loro cultura l’ascolto, vengono dalla cultura del guardare. E nella loro vita guardano velocemente, perché si annoiano facilmente.

Quando ero piccolo io era normale annoiarsi, faceva parte dei momenti delle giornata e lo mettevi in conto o comunque trovavi soluzioni alternative a riempire quei momenti. Ma la responsabilità non è solo delle nuove generazioni. I promoters più grandi e quelli dei festival hanno capito i bisogni anche inconsci del cliente, dandogli quello che vogliono o quello che vorranno. Invece di istruire, migliorare e valorizzare l’ASCOLTO. Comunque ancora oggi, felici di essere LA RESISTENZA!

Ricardo Baez
Ricardo Baez

«Guardo negli occhi le persone che ho davanti, analizzo come si muovono […] e le porto con me, nel mio mondo attraverso un viaggio mai uguale e mai scontato»

Sei noto per la tua capacità di mescolare generi diversi proponendo un sound unico. Come ti approcci alla costruzione di un set e cosa cerchi di trasmettere durante le tue performance?

Ho un background musicale estremamente vario. Amo tutta la musica in maniera viscerale e cerco di non pormi nessun limite musicale durante i miei set. Guardo negli occhi le persone che ho davanti, analizzo come si muovono, immagino dove vorrebbero andare e le porto con me, nel mio mondo attraverso un viaggio mai uguale e mai scontato. Non preparo mai niente prima di un set. Cerco di capire il tipo di serata e che tipo di pubblico parteciperà, mettendo la mia musica e muovendomi in base anche alle reazioni delle persone. Alla fine siamo Disc jockey e dobbiamo far divertire le persone.. farlo con la propria musica o con il proprio gusto è il level up!

La scena musicale globale ti ha accolto con eventi nei club più esclusivi, da Tresor a Watergate. Passando da Firenze a palchi internazionali, percepisci delle differenze?

Le differenze sono totali, perché come si dice non si è mai profeti in patria. A Firenze e Italia in generale dopo 20 anni di clubbing, come clubber, dj e promoter, continuo ad essere il fondatore o il dj del Tropical Animals, e non l’artista/producer che sono diventato oggi, dopo molte releases e Gigs importanti nei migliori festival e club del mondo. All’estero ho una grossa fanbase in molte città, ed è sempre bello andare nei club e incontrare le persone che sono venute per ascoltarti, perché stimano la tua musica. Ed è una delle cose più soddisfacenti del mio lavoro.

Ricardo Baez

«Ho deciso di cambiare il mio punto di vista […] e ho cercato di ampliare le mie capacità studiando»

Nel corso della tua carriera, hai attraversato diversi momenti musicali significativi. C’è un periodo specifico o un evento che ha segnato un punto di svolta nella tua carriera, sia dal punto di vista artistico che personale?

Credo che la mia svolta personale e artistica dopo tanti anni di gavetta sia arrivata 4 anni fa. Ho deciso di cambiare il mio punto di vista, il mio workflow, e ho cercato di ampliare le mie capacità studiando e impegnandomi, migliorando tutti gli aspetti quotidiani di questo lavoro per arrivare ai miei obiettivi. Lavorare sul mio modo di pensare per creare musica migliore, cambiare stile di vita per poter performare meglio e fare sacrifici importanti per poter ottenere dei risultati. E così è stato, avendo così realizzato delle releases sulle migliori label di musica elettronica. Spesso sì, è fondamentale cambiare modo di pensare.

Nel 2018 hai lanciato la tua etichetta Tropical Animals. Qual è la visione di questo progetto e come speri di influenzare il futuro della musica elettronica?

Non credo che riuscirò ad influenzare il futuro della musica elettronica (magari, lo spero!), ma cerco di far uscire quello che mi piace e che credo sia valido, in questo mare di releases che escono quotidianamente. Non c’è un genere ben preciso in Tropical Animals, faccio uscire qualsiasi genere, basta che la musica sia originale e bella. E ti assicuro che è difficile trovarla! Tra qualche mese uscirà finalmente una nuova release su Tropical e oltre a questo annuncerò una nuova Label, la mia personale che si chiamerà Panas Panas, che unirà vari mondi artistici che amo, non solo la musica.

Ricardo Baez
Ricardo Baez

«Tutto Passa parla di me, della mia vita, della mia famiglia, dell’amore e dei miei sentimenti. Un lungo lavoro di 7 anni dove ho esplorato me stesso e i miei rapporti»

Negli anni hai collaborato con artisti e produttori di grande rilievo. Come scegli i tuoi collaboratori, e cosa ricerchi in un artista con cui decidi di intraprendere un percorso musicale?

La stima reciproca come artisti in primis, e ovviamente l’amicizia stanno alla base dei rapporti che creo con chi collaboro. In un artista o in un collaboratore solitamente cerco quello che mi manca, o comunque che l’unione delle nostre idee possa moltiplicare l’idea stessa e renderla unica e speciale.

Hai annunciato l’uscita del tuo debutto da solista, Tutto Passa. Ogni brano dell’album sembra portare con sé un pezzo della tua vita. Quali temi personali esplori in questo lavoro?

Tutto Passa parla di me, della mia vita, della mia famiglia, dell’amore e dei miei sentimenti. Un lungo lavoro di 7 anni dove ho esplorato me stesso e i miei rapporti, creando 10 tracce che raccontassero chi sono io e quello che non ho mai parlato in maniera così pubblica in tutti questi anni. Ho deciso di farlo nel modo che credo mi riesca meglio. È uscito su Live at Robert Johnson, una delle etichette e dei club più importanti al mondo, e ne sono estremamente felice.

Ricardo Baez
Ricardo Baez

«Sulla questione talento, si apre un altro capitolo. Se hai talento, sei un fuoriclasse e fai cose straordinarie non credo tu possa avere regole. »

Molti artisti parlano di identità musicale e di come questa evolva costantemente. Come descriveresti il tuo percorso artistico oggi, e quale direzione pensi che prenderà la tua musica nei prossimi anni?

Come ti spiegavo prima, cambiare punto di vista mi ha fatto capire molte cose. La mia musica non è mai stata uguale, ma un fil rouge di musica house ed electro. Ci sono sempre in tutte le mie canzoni, dalle prime releases alle ultime. Le prime non sono le mie preferite ad oggi, ma le accetto perché tutto fa parte del processo. Ogni EP definisce un momento, un n tempo nella mia vita.. quindi va bene così. Credo che continuerò a esplorare mondi nuovi, creando musica non mainstream.

Nell’era dei social media e dei follower, il talento non sempre viene riconosciuto come dovrebbe. Pensi che la scena musicale sia troppo influenzata dalle dinamiche dei social? Come pensi che si possa bilanciare talento e visibilità?

È assolutamente troppo influenzata. Credo che ci siano dei DJs che siano sopravvalutati solo per le date che fanno, per la viralità ottenuta con un video o per i trend che si creano o i followers che hanno. Ho visto djs arrivare tanto in alto ed essere dopo poco dimenticati. Probabilmente anche per questo il nostro lavoro e il nostro mondo sta vivendo un momento di crisi, perché i promoter preferiscono invitare un/una artista per i followers o video virali rispetto al loro background o se sanno tenere una pista. Le persone vanno lì per vedere il Dj, non per sentirlo.

È un po’ come il circo: gli animali che fanno tutti i giochi e si comportano in maniera divertente vengono amati e osannati dal pubblico e diventano “attrazioni”, mentre quelli che non vogliono farlo perché non vogliono snaturarsi vengono messi in disparte e non si esibiscono, oltre ad essere trattatati male. Che poi, il circo, parliamoci chiaro.. è veramente ancora così bello? Ci va ancora così tanta gente?

Sulla questione talento, si apre un altro capitolo. Se hai talento, sei un fuoriclasse e fai cose straordinarie non credo tu possa avere regole. Puoi fare come vuoi, ma sono dell’opinione comunque che i social media possono rovinare anche i migliori, quindi se hai tanto talento, non hai bisogno di tanti social, giusto il minimo indispensabile per veicolare il tuo talento a più persone. Le cose arriveranno da sole, quando meno te le aspetti!

Credits

Photographer Farah Garibaldo 

Stylist Laura Belli

Venue Retina Studio

Assistant Lorenzo Torricelli