Ginevra Lubrano, in arte Ginevra, è una giovane cantante carismatica e di talento. Il suo amore per la musica nasce grazie alla famiglia e al ballo, una passione coltivata sin da bambina. Con il passare degli anni matura in lei la consapevolezza di volersi dedicare al canto, e quindi la decisione di trasferirsi a Milano per intraprendere questa carriera. Il suo ingresso ufficiale nel panorama musicale avviene con Ruins, brano che anticipa la pubblicazione del suo primo EP in lingua italiana Metropoli e che vede la codirezione musicale dell’artista e produttore Francesco Fugazza, in arte Fugazza. Nel mentre, continuano a presentarsi per Ginevra importanti collaborazioni artistiche nelle vesti sia di cantante che di autrice. Nel 2021 prende infatti parte al progetto musicale di Mecna e Ghemon con il brano Soli, seguito da Non lo farei mai scritto dal producer Ceri. Lo stesso anno partecipare alla stesura del brano Glicine interpretato da Noemi in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo .
Tra i ricordi più significativi quelli legati alle esperienze in studio, scrivendo e interpretando i suoi testi. Ma non solo. Ginevra ha infatti partecipato nel 2021 al Concertone del Primo Maggio a Roma, oltre ai vari festival estivi grazie al singolo Club prodotto da Fugazza e dal fratello Marco aka Suorcristona. Pochi mesi dopo, nel 2022, Ginevra ritorna sul palco dell’Ariston cantando Be My Baby al fianco de La Rappresentante di Lista in gara al Festival di Sanremo 2022. Un anno importante anche dal punto di vista discografico, che vede prima la pubblicazione dei brani Briciole (frutto della collaborazione con Fugazza, Suorcristona e dal duo Frenetik&Orang3) e Anarchici, poi quella del suo primo album Diamanti.
Oggi Ginevra torna sulla scena musicale da protagonista, presentando il suo nuovo album Femina. Il disco, uscito il 24 gennaio 2025, nasce dal suo desiderio di raccontare la propria femminilità, dedicando l’album a se stessa, alle donne della sua vita e a quelle non ancora conosciute, alle donne che lottano ogni giorno per una società più giusta e a quelle invece vittima di violenze e soprusi. Femina è anche il risultato di un percorso di accettazione di se stessi e della complessità dei trent’anni, a cui si aggiungono l’amore per la natura e l’ammirazione verso tutte quelle donne determinate che hanno saputo lasciare un segno nel mondo.

«Ho scoperto il mondo della musica da piccola grazie alla danza, ma anche grazie ai miei genitori»
Che ricordi hai della tua infanzia a Torino? C’è qualcosa che ti lega ancora oggi alla tua città natale, e come hai vissuto invece il tuo trasferimento a Milano?
Ho due fratelli, e sicuramente gran parte dei miei ricordi sono legati a loro. Sono cresciuta vicino a Torino, in un contesto artistico. In casa potevi trovare le chitarre di mio padre, lasciate un po’ in giro. Torino è sicuramente un luogo importante che ritorna sempre nei miei dischi. Ragazza di fiume per esempio racconta di me, di questa città e del suo fiume. Torino è casa. Nonostante io viva a Milano da tanto tempo, ritorno spesso perché è dove vive la mia famiglia. Trasferirmi a Milano è stata invece una fase molto importante della mia vita, sono venuta qui dopo il liceo per studiare musica e ho poi frequentato l’università. È una città non sempre facile, ma che mi ha dato tanto. Qui vivono i miei amici più cari e le persone con cui lavoro. Ho imparato tanto e ho trovato il senso del mio percorso. Negli ultimi anni ho avuto però la necessità di evadere e di cercare dei contesti più affini a me e alla mia personalità, più immersi nella natura diciamo.
Quando hai scoperto il mondo della musica, e quando hai maturato la consapevolezza di voler diventare una cantante?
Ho scoperto il mondo della musica da piccola, grazie alla danza, quindi un approccio più fisico e corporeo, ma anche grazie ai miei genitori. A casa si è sempre respirato un grande amore per i cantautori italiani, penso a Ivan Graziani, Battisti, ma anche band internazionali come i Beatles. Durante gli anni del liceo ho iniziato ad approcciarmi alla scrittura e ho iniziato anche a cantare. Con il tempo, ho capito che avrei voluto dedicarmi a un percorso artistico. Se all’inizio non avevo escluso completamente la danza, alla fine ho scelto di concentrarmi sulla scrittura e il canto.

«Forse la mia primissima esibizione risale al periodo del liceo. Ricordo che […] mi ero preparata per esibirmi in questo locale a Torino»
Ti ricordi quando sei salita sul palco per la prima volta? Ci sono state delle esperienze che pensi abbiano fatto la differenza per te e la tua carriera?
Forse la mia primissima esibizione risale al periodo del liceo. Ricordo che dopo una lezione di danza mi ero preparata per esibirmi in questo locale a Torino, se non sbaglio erano le Cantine Risso. Penso che ci fossero anche i miei e la mia migliore amica. Questo è il mio primo ricordo. Per rispondere invece alla tua seconda domanda, sicuramente i ricordi più importanti sono quelli legati alle esperienze live e quella in studio. Venire a Milano è stato l’inizio del mio percorso. Penso per esempio a quando mi sono iscritta all’università e nel mentre stavo lavorando al mio primo EP con Francesco Fugazza, tuttora il mio collaboratore e produttore. Ripenso anche all’uscita del disco Diamanti, che mi ha dato tantissime soddisfazioni, e all’opportunità di salire sul palco dell’Arison con artisti come la Rappresentante di Lista, Cosmo e Margherita Vicario. Altri momenti di grande condivisione per me sono stati quelli sul palco di Levante, all’Arena di Verona.
Nel 2019 hai pubblicato Ruins, poi nel 2020 Metropoli. Ti andrebbe di descrivere con una parola chiave questi due brani?
Se penso al brano Ruins mi viene in mente soltanto la sua traduzione italiana “rovina”. Quando ho scritto il testo stavo vivendo un periodo molto complesso e fragile della mia storia personale. Per Metropoli ti direi invece “italiano” perché il passaggio dall’inglese all’italiano mi ha aperto tante porte e mi ha permesso di comprendere ancora di più quale fosse la mia direzione.

«È un brano a cui tenevo tantissimo e che al suo interno conteneva un po’ tutte le caratteristiche che abbiamo poi sviluppato nel resto del disco»
Parlerei della tua esperienza al Festival di Sanremo nelle vesti sia di autrice che di cantante. Come hai vissuto quei momenti?
Sono due esperienze completamente diverse, entrambe comunque molto emozionanti. La scrittura del brano per Noemi è stata una grande soddisfazione perché ero all’inizio di un percorso di scrittura sia per me stessa che per gli altri. È stato molto bello mettermi in gioco e prestarmi alla visione di un altro artista. Per me è stato fondamentale il rapporto che si è instaurato con Noemi, per riuscire a raccontarla nei brani usciti nel disco che contiene anche Glicine. Un’esperienza vissuta più da dietro le quinte, meno stressante ma comunque molto emozionante. Salire sul palco dell’Ariston è stata invece un’esperienza completamente diversa e che sicuramente prevede un altro tipo di preparazione. Mi ricordo l’entusiasmo e la sorpresa nell’essere stata chiamata da La Rappresentante di Lista. È stato un momento bellissimo e devo dire di essere stata molto fortunata. È stato come salire sul palco dei festival estivi, dove la responsabilità era condivisa e questo mi ha permesso di godermi ancora di più l’esperienza.
Parliamo di Diamanti, il tuo primo album. Qual è il primo ricordo che ti viene alla mente ripensando a questo disco e perché, fra tutte le tracce, hai scelto di dare questo nome all’album? Ti andrebbe di raccontarci un aneddoto o un dietro le quinte dell’album? Potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?
L’album prende questo nome perché Diamanti è la prima traccia del disco che ho scritto. Era un brano che avevo nel cassetto da tanto tempo, dai tempi di Sanremo Giovani del 2020 o addirittura del 2021, ora non ricordo con esattezza. È un brano a cui tenevo tantissimo e che al suo interno conteneva un po’ tutte le caratteristiche che abbiamo poi sviluppato anche a livello sonoro nel resto del disco. A posteriori, qualcosa di diverso si può sempre fare. Devo dire però che una volta che un disco esce lo si lascia andare. Da quel momento appartiene un po’ a tutti. Per quando riguarda invece un dietro le quinte, posso dirti che c’erano dei brani scritti e pensati per Diamanti ma che alla fine sono stati inseriti nel mio ultimo disco Femina. Parlo di My Baby e Verità con Colombre.

«La verità è che un punto cardine di questo disco è trovare il proprio ritmo»
Il tuo ultimo album si chiama Femina ed è uscito il 24 gennaio 2025. Hai dichiarato: «Onestamente non posso dire di essere granché portata ad ascoltare, ma questa volta l’ho fatto profondamente. E cos’ho ascoltato? Le voci delle donne».Quali sono state le donne e le storie che ti hanno maggiormente colpita?
Se con Diamanti ho avuto un atteggiamento più introspettivo e autobiografico, Femina è più un racconto che si ispira a tante cose. Un testo importante è stato sicuramente Femina di Janina Ramirez, un libro che riscrive la storia del Medioevo attraverso figure di donne importanti ma che non sono giunte fino a noi perché considerate sovversive, e quindi cancellate. Ci sono stati anche diversi film importanti, mi vengono in mente per esempio Povere Creature di Yorgos Lanthimos, e Gloria scritto e diretto da Margherita Vicario che parla proprio di emancipazione femminile e di musiciste. Sono stata ispirata anche da artiste importantissime come Ethel Cain, Saya Gray, Feist e Mitski.
Nel brano Cupido scrivi: «[…] non sopporto l’idea di fermarmi a un semaforo che non cambia mai colore». Ti è mai capitato di sentirti bloccata in una situazione e non di riuscire a trovare una via di uscita, per esempio a livello creativo?
Mi riferivo a quella sensazione di rimanere fermi a un punto della storia che non sembra evolvere. Magari attorno a me i miei migliori amici compravano casa, partivano o cambiavano città, mentre io mi sentivo ferma ad osservare i loro cambiamenti senza però riuscire a tenerne il passo. La verità è che un punto cardine di questo disco è trovare il proprio ritmo, piuttosto che assecondare la pressione e le aspettative del mondo esterno. Per quando riguarda invece il sentirsi bloccati a livello creativo, posso dirti che mi è capitato, e anche più volte, ma infondo il processo creativo va a fasi, alcune sono molto ricche ed energiche, altre invece molto più statiche.

«In quanto donna purtroppo è capitato anche a me di sentirmi violata e giudicata»
Scrivi nel brano Femina: «[…] so che ti pace guardarmi soffrire […] brucia il mio nome e ogni traccia di me». Si parla spesso di amore, senza però conoscere davvero il significato d questa parola. Cosa è per te l’amore? Cosa hai invece imparato a non riconoscere come tale? Che consigli daresti a chi si trova bloccato all’interno di una relazione tossica?
Nella mia vita ho avuto tantissimo amore, e continuo a riceverne. Con questo brano mi sono concentrata sulla piaga della violenza di genere e dei femminicidi, tematiche che mi hanno spinta a scrivere un testo immedesimandomi nelle vittime. In quanto donna purtroppo è capitato anche a me di sentirmi violata e giudicata. Negli anni ho imparato a distaccarmi da un certo tipo di personalità che non erano compatibili con la mia. L’ascolto, la consapevolezza di me stessa e l’esperienza mi hanno aiutato a distaccarmi da situazioni che non mi facevano stare bene. A chi si trovi in una situazione scomoda posso solo dire di provare ad ascoltarsi e di chiedere aiuto. Parlare con le persone di cui ci si fida può davvero essere di grande aiuto.

Nel brano Cosa voglio cosa vuoi scrivi «[…] siamo piccole creature col bisogno di sentirsi meno sole, meno responsabili». Quanto le responsabilità e le aspettative pensi che possano pesare nella vita di un artista?
Le responsabilità e le aspettative penso che abbiano un peso nella vita di tutti in quanto esseri umani. Vivendo nell’era dei social, il mio lavoro non è soltanto quello di fare musica e di pubblicarla, ma è anche occuparmi del come comunicarla, e questa è una responsabilità importante. Spesso mi chiedo se sarò abbastanza, se sarò in grado di raccontarmi nel modo giusto arrivando alle persone in modo autentico. Fortunatamente non lavoro da sola ma esiste intorno a me un team di persone che mi aiuta a capire ogni giorno come fare le cose al meglio.
Immagine in apertura: Ginevra. Credit: Giulia Gatti