Classe 2005 e originario di Gela, Holy Francisco è un giovante artista che si sta affermando come una delle voci emergenti più interessanti della nuova scena musicale italiana. Dopo l’esordio a X Factor con il brano MARTINA (2022) e il successivo percorso ad Amici di Maria De Filippi con TANANAI (2023), Holy ha saputo conquistare un pubblico sempre più ampio grazie a un’attitudine punk e ad una cifra stilistica in continua evoluzione. Tra i singoli di maggiore successo Lara, E-Girl, Milano Late Night, Capricciosa e NON SONO UN GENTLEMAN, quest’ultimo pubblicato lo scorso dicembre 2024.
L’11 aprile è uscito METANOIA, il suo EP di debutto per Universal Music Italia/EMI Records Italy. Il progetto si articola in sette tracce, un viaggio interiore dove la crescita personale si intreccia al racconto collettivo di un’intera generazione. Il titolo evoca infatti un profondo mutamento – nel pensiero e nell’agire – e rispecchia a pieno la direzione del progetto: non solo una raccolta di brani, ma un processo di autoanalisi che trova nella musica la sua massima espressione e volontà di condividere. «Cerco di leggere sempre qualcosa che può appartenermi nella musica degli altri – ha spiegato durante l’intervista – e spero che qualcuno possa fare lo stesso con me».

«Ho sempre voluto fare l’artista, e la mia passione è cresciuta insieme a me. Mi ha aiutato a capirmi»
Quando è nata la sua passione per la musica, e che ruolo ha avuto nel tuo percorso di crescita personale?
La mia passione per la musica c’è sempre stata, mia madre è una grande appassionata e mi ha cresciuto immerso nel rock. Ho sempre voluto fare l’artista, e la mia passione è cresciuta insieme a me. Mi ha aiutato a capirmi e, proprio come me, è in continua evoluzione.
Quanto nei tuoi testi pensi che influiscano le tue origini siciliane, e quanto invece la città in cui vivi attualmente?
Credo che le mie origini non influiscano per niente nei miei testi. Se parliamo esclusivamente del lato musicale, io non sento di essere particolarmente legato alla mia terra. La città in cui vivo influisce molto di più ma per il semplice fatto che la vivo tutti i giorni. Io parlo di quello che vivo. Quando ero in Sicilia raccontavo di quello che mi succedeva e di come stavo lì, ed ora che sono a Milano faccio lo stesso.

«La parola “metanoia” deriva dal greco, descrive un cambiamento radicale nel modo di pensare, di sentire e di agire»
I social hanno contribuito alla tua popolarità grazie al brano Martina. Da quel successo musicale, quanto pensi di essere cambiato a livello sia musicale che personale?
Credo che i successi musicali siano ben altri ahah, ma si da Martina sono cambiato tantissimo. La mia musica ha un nuovo sound (basta ascoltare l’EP per rendersene conto), e banalmente sono cresciuto e maturato molto negli ultimi anni.
L’11 aprile è uscito il tuo EP di debutto, Metanoia. Quale significato racchiude questo titolo, e quando hai capito essere il nome giusto per questo tuo importante progetto musicale?
In realtà non sono stato convinto del nome fino a poco tempo prima dell’uscita. Vale lo stesso per la tracklist, la copertina e tutto. Sono sempre troppo autocritico nei miei confronti e penso di aver raggiunto uno stato di insoddisfazione costante generale. La parola “metanoia” deriva dal greco, descrive un cambiamento radicale nel modo di pensare, di sentire e di agire. È uscita fuori durante la prima riunione di brainstorming per la comunicazione dell’EP.

«Il filo conduttore tematico del progetto invece è il viaggio dentro me stesso, che ho affrontato per analizzarmi e capirmi»
Metanoia racconta un viaggio personale, ma anche generazionale. Quando scrivi pensi a un pubblico preciso, oppure si tratta in primis un dialogo con te stesso?
Quando scrivo cerco di mettere nero su bianco il più nitidamente possibile quello che penso, provo e vivo. Mi piace pensare che parlando di come sto io, qualcuno possa sentirsi capito e rappresentato.
Questo tuo progetto è stato anticipato da due singoli, Cemento e Quarterback. Su che base hai scelto questi brani per introdurre il tuo EP?
Ancora prima è anche uscita NON SONO UN GENTLEMAN, che fa sempre parte dell’EP! Ho scelto questi brani per due motivi diversi: Cemento, per essere subito chiaro con il pubblico e far capire il tipo di sound che avrebbero trovato, Quarterback invece perché essendo l’intro dell’EP mi piaceva l’idea di dare un assaggio dell’inizio del viaggio.
Ripensando a tutti i brani che compongono Metanoia, quale pensi sia il filo conduttore che unisce questi brani sia dal punto di vista musicale che tematico?
Dal punto di vista musicale abbiamo cercato di mantenere sempre una coerenza in tutta la tracklist dell’EP, mettendo insieme chitarre distorte e synth con una attitudine urban. Il filo conduttore tematico del progetto invece è il viaggio dentro me stesso, che ho affrontato per analizzarmi e capirmi nel modo migliore possibile.

«Non c’è un vero e proprio messaggio che spero arrivi, il mio obiettivo è quello di far sentire capita una persona che mi ascolta»
La produzione è stata affidata da SBALE. Vorresti parlarci della sinergia che è creata in studio?
Io e Sbale ci siamo chiusi in studio da settembre, ancora non ci conoscevamo benissimo. Avevo già collaborato ma in situazioni più occasionali. Ci siamo subito capiti a vicenda ed abbiamo lasciato scorrere tutto. L’EP è uscito in modo molto fluido e, mentre strutturavamo il nostro sound, costruivamo anche un grande rapporto.
Hai definito questo EP un “manifesto” generazione. Qual è il messaggio che speri arrivi al tuo pubblico?
Non c’è un vero e proprio messaggio che spero arrivi, il mio obiettivo è quello di far sentire capita una persona che mi ascolta. Cerco di leggere sempre qualcosa che può appartenermi nella musica degli altri, e spero che qualcuno possa fare lo stesso con me.

«In Metanoia ho scelto di non avere featuring, volevo che questo fosse […] una carta di identità del mio nuovo progetto»
Se potessi scegliere un artista con cui collaborare, sia nazionale che internazionale, quale sarebbe? Ripensando invece a Metanoia, quale featuring avresti voluto realizzare e su quale traccia in particolare?
In questo momento sono davvero tanto in fissa con 2hollis, nettspend e in generale con la scena underground americana e inglese. In Metanoia ho scelto di non avere featuring, volevo che questo fosse un progetto per me, una carta di identità del mio nuovo progetto.
Che rapporto sei riuscito ad instaurare con i tuoi followers? Come riesci invece a gestire la pressione derivante dai numeri e dagli streaming?
Posso dire di avere un rapporto molto sano con i miei followers, mi piace sentire cosa hanno da dirmi e raccogliere feedback. La pressione dei numeri non mi è indifferente ma cerco di non darci troppo peso, credo che sia logorante fasciarsi troppo la testa su quello.
Vorresti condividere con noi dei progetti futuri?
Non posso dire ancora troppo ma a breve uscirà una cosa nuova molto figa che mi rende molto fiero dei passi che sto facendo!