Keila Guilarte, una narrazione visiva della libertà e dell’identità a MIA Photo Fair

Un'analisi del lavoro di Keila Guilarte in "The Stories They Tell" a MIA Photo Fair 2025. Il suo è un approccio empatico e immediato alla realtà, caratterizzato dalla capacità di cogliere la bellezza e l’autenticità nei momenti più semplici

Alla XIV edizione di MIA Photo Fair, che si terrà dal 20 al 23 marzo 2025 a Superstudio Più, Milano, The Stories They Tell presenterà il lavoro di quattro fotografi di diversa estrazione e linguaggio. Maurizio Forcella, Dina Goldstein, Elmer De Haas e Keila Guilarte si confrontano in un racconto visivo che indaga tematiche universali come l’identità, la memoria e le emozioni. La mostra, curata da Patrizia Madau e Rebecca Delmenico, si configura come un esperimento di riflessione visiva sull’essenza della condizione umana.

Nel contesto di questa collettiva, Guilarte si distingue per l’approccio empatico e immediato alla realtà, caratterizzato dalla capacità di cogliere la bellezza e l’autenticità nei momenti più semplici. Il suo progetto, Free Spirit, non solo rappresenta l’individuo ma lo pone al centro di un’indagine visiva che sfida la concezione tradizionale del corpo e del movimento, enfatizzando la spontaneità come segno distintivo della nostra essenza più intima.

Keila Guilarte
Keila Guilarte, Purity Free

Una fotografia della libertà: l’approccio di Keila Guilarte

Keila Guilarte, in Free Spirit, esplora la fotografia come mezzo per esprimere una sensazione di liberazione e un ritorno alla spontaneità che troppo spesso sfugge nel frastuono della quotidianità. La sua opera, priva di artifici o costruzioni teatrali, si muove in un ambito emotivo e sensoriale. L’artista non si limita a cogliere l’immagine esteriore, ma tenta di rivelare la forza interiore che anima il soggetto ritratto, creando una narrazione visiva che è tanto universale quanto personale.

In un contesto come quello di The Stories They Tell, dove i temi dell’identità e della memoria sono centrali, il lavoro di Guilarte si distingue per la sua capacità di sottrarsi alla riflessione intellettuale per abbracciare una dimensione emotiva e visceralmente autentica. Non si tratta di fotografie costruite, ma di una registrazione quasi istintiva, che cattura il momento, con la sua potenza espressiva e la sua carica vitale. Ogni immagine sembra trascendere la scena che rappresenta, elevando la quotidianità a un piano di intensità emozionale.

Keila Guilarte
Keila Guilarte, Louiz

La ricerca di una verità visiva nell’ordinario al MIA Photo Fair

Nel panorama fotografico contemporaneo, dove il concetto di identità è sempre più mediato e costruito, Keila Guilarte riesce a portare alla luce una dimensione di verità non artefatta, anzi, quasi cruda nella sua immediatezza. La sua fotografia, che riflette la filosofia del Free Spirit, è pervasa da una qualità che non si limita a documentare, ma suggerisce una riflessione sulla libertà di essere, sull’autenticità di un gesto che si fa memoria, sulla possibilità di una bellezza che si cela nei dettagli più ordinari.

La poetica di Guilarte si intreccia con quella degli altri artisti in mostra, ma il suo linguaggio visivo si distingue per la naturalezza e l’intensità emotiva con cui cattura l’essere umano nel suo quotidiano. La sua ricerca non si concentra su una riproduzione fedele della realtà, ma sull’intensificazione di quegli attimi in cui l’individuo si rivela nel suo stato più puro, privo di maschere e costruzioni sociali. È in questa ricerca di autenticità che il suo lavoro trova un terreno fertile in The Stories They Tell, dove ogni opera racconta una storia unica, ma che è, al contempo, profondamente universale.

Keila Guilarte
Keila Guilarte, Yanedis

Keila Guilarte: dalla Cuba della sua infanzia a una visione globale della fotografia

Nata a Santiago di Cuba, Keila Guilarte ha trascorso i suoi primi anni nella vivace isola caraibica, dove si dedicava con passione allo sport, diventando atleta nazionale di nuoto sincronizzato. La sua formazione, temprata dal concetto di “Fair Play”, le ha permesso di affrontare le difficoltà derivanti dall’embargo e dalle sfide sociali ed economiche, fino a stabilirsi in Italia, dove ha intrapreso una carriera nel mondo della moda e della televisione. Con il passare del tempo, però, l’artista ha sentito un forte richiamo verso la fotografia, un amore che l’ha spinta a esplorare nuovi territori espressivi.

Guilarte ha dato inizio alla sua carriera professionale come fotografa nella moda, lavorando su ritratti, still life e reportage per alcune delle testate più rinomate, tra cui Vogue ItaliaVanity Fair e Schön Magazine. Tuttavia, è il suo progetto Mi Tierra a segnare una svolta significativa nella sua carriera. Questo tributo alla sua terra d’origine, Cuba, si è tradotto in un libro e in una mostra che hanno ricevuto grande attenzione. Il suo lavoro, che esplora la bellezza e la cultura cubana, è stato premiato nel 2021 e continua a essere esposto in contesti internazionali.

Keila Guilarte
Keila Guilarte, Alma Libre

Nel corso degli anni, la fotografia di Guilarte è evoluta, portandola a esplorare tematiche più globali. Progetti recenti, come quelli in Marocco e Uganda, riflettono un impegno profondo verso la solidarietà e l’inclusione, temi che continuano a permeare la sua ricerca fotografica. La sua collaborazione con l’ente “To Get There”, che sostiene le popolazioni in difficoltà in Uganda, è solo l’ultimo esempio di come l’artista utilizzi la fotografia come strumento per raccontare storie di speranza e sofferenza.

Il lavoro di Keila Guilarte, pur inserendosi in un contesto collettivo e variegato come quello di The Stories They Tell, spicca per la sua ricerca emotiva, tangibile e immediata. Senza cedere alla retorica celebrativa, il suo lavoro si configura come una riflessione delicata e potente sull’essenza dell’individuo, sulla sua libertà di esistere senza costrizioni.