Lisboa Fashion Week si riconferma un appuntamento imprescindibile nel panorama internazionale, un crocevia di creatività, sperimentazione e riflessione sulla moda come fenomeno culturale e sociale. L’ultima edizione, battezzata Modalisboa Capital, ha elevato il concetto di fashion event, trasformando la capitale portoghese in un epicentro di dialoghi estetici e innovazione responsabile.
Talks, fashion presentations, installazioni artistiche, documentari e pop-up stores hanno scandito un programma polifonico che supera la semplice esibizione di collezioni per esplorare le connessioni tra moda e arti visive, attivismo, giustizia sociale, innovazione tecnologica e consumo consapevole. Un’esperienza immersiva, che ha preso vita in location d’eccezione tracciando un percorso multidisciplinare tra heritage e avanguardia. Lontana dalla semplice celebrazione dello stile, Modalisboa Capital si è imposta come una piattaforma di critical thinking e cultural empowerment, dimostrando come la moda non sia solo superficie, ma anche linguaggio, politica ed espressione identitaria.
Ecco le collezioni e le visioni dei designer che hanno reso questa edizione un must-watch per addetti ai lavori e fashion lovers.
Constança Entrudo : The beauty of Second best alla Lisboa Fashion Week
La designer Constança Entrudo ha presentato durante la Lisboa Fashion Week, Second best, una collezione che ribalta la narrazione canonica del successo, esplorando la poetica del “quasi” e l’estetica del podio d’argento. Un’indagine sulla società ossessionata dalla dicotomia vincitori-vinti, che celebra il valore del secondo posto, della resilienza e dell’accettazione.
Lontana dall’oro scintillante, Entrudo sublima la silver lining del fallimento apparente, traducendolo in una sinfonia tessile che fonde nostalgia e avanguardia. L’ispirazione estetica affonda le radici nel sportswear delle Olimpiadi anni ’80, riletto in chiave sofisticata attraverso una sapiente costruzione dei volumi e un’attenta ricerca sui materiali. Il risultato è una serie di silhouette grafiche e fluide, enfatizzate da tessuti che sfidano le gerarchie del lusso: taffetà plissettati a mano e cosparsi di bagliori glitterati, maglieria dall’effetto velluto, dettagli argentati su tessuti intrecciati artigianalmente, fino alle coccarde e le sashes stile Miss World, simboli ironici di un sistema che premia il primato ma dimentica la bellezza della tensione verso il traguardo.
A impreziosire la presentazione, un’installazione tessile site-specific che amplifica il concept della collezione attraverso una sensorial activation dell’ambiente, a conferma della visione di Entrudo su come gli spazi influenzino la nostra percezione e il nostro stato d’animo. Il progetto, realizzato in collaborazione con RDD Textiles, non è solo una dimostrazione di savoir-faire, ma anche un manifesto di sostenibilità circolare: tutti i tessuti impiegati nei set della sfilata saranno completamente riutilizzati per la produzione dei capi, ribadendo l’impegno del brand verso un fashion system più etico e innovativo.



Sangue Novo: il futuro ha nuove radici
Lisboa Fashion Week non è solo celebrazione del presente, ma soprattutto incubatore del futuro. Sangue Novo, la competizione dedicata ai giovani talenti emergenti e supportata da Seaside, ha rappresentato uno dei momenti più attesi della manifestazione, mettendo sotto i riflettori cinque designer dalla visione audace e dalla solida ricerca concettuale: Dri Martins, Duarte Jorge, Francisca Nabinho, Gabriel Silva Barros e Ihanny Luquessa.
La finale di Sangue Novo ha riaffermato il valore della sperimentazione tessile come linguaggio espressivo, resa possibile grazie alle collaborazioni tra ModaLisboa e realtà manifatturiere d’eccellenza come Calvelex/Fabrics4Fashion, RDD Textiles e Riopele. Un connubio tra artigianalità e innovazione che ha elevato il livello tecnico delle collezioni, mostrando la capacità di questi giovani creativi di trasformare la materia in statement artistici e narrativi.



La giuria ha premiato due designer che si sono distinti per l’eccellenza tecnica e l’approccio concettuale coraggioso. Duarte Jorge si è aggiudicato il ModaLisboa x IED Istituto Europeo di Design Award, mentre Gabriel Silva Barros ha ottenuto il ModaLisboa x RDD Textiles Award. Entrambi hanno anche ricevuto il ModaLisboa x Showpress Award, consolidando il loro percorso verso il fashion system internazionale.
Più che una semplice competizione, SANGUE NOVO è un manifesto di rinnovamento, un laboratorio creativo dove il new wave della moda portoghese si afferma con un’identità distintiva e una profonda consapevolezza del proprio ruolo nel sistema moda contemporaneo.


Inês Barreto: il disordine come essenza
L’universo di Inês Barreto si intreccia con la poetica frammentata e mutevole di Fernando Pessoa nella collezione Desassossego, un omaggio sartoriale a Livro do Desassossego (The Book of Disquiet). Come l’opera dello scrittore portoghese, costruita attraverso frammenti sparsi, i capi di Barreto si compongono di pezzi modulabili e ricombinabili, rifiutando l’idea di una singola identità per abbracciare una molteplicità fluida e contraddittoria.
Ogni look è un tassello di un mosaico in continua mutazione, un dialogo tra strati sovrapposti, contrasti materici e silhouette in divenire. Il risultato è una collezione che sfida la rigidità delle categorie e celebra la moda come un’orchestra nascosta, una sinfonia senza struttura fissa ma dal ritmo jazzistico, dove ogni elemento trova la sua armonia in modo spontaneo e imprevedibile.

L’approccio di Barreto si riflette in una palette eclettica e in un’attenzione maniacale per le texture: velluti iridescenti, lane grezze, tessuti semi-trasparenti che evocano pagine ingiallite dal tempo, drappeggi fluidi che si scompongono e ricompongono al movimento del corpo. Non esiste una lettura unica, così come non esiste un solo modo di interpretare Pessoa.
Con la sua collezione Autunno Inverno 2025 2026, Inês Barreto invita a vedere il mondo attraverso il prisma del caos creativo, un universo ricco di contraddizioni, ma libero e autentico. Una collezione che non impone verità, ma offre infinite possibilità di espressione, trasformando l’atto del vestirsi in un viaggio interiore e personale.


Mestre Studio alla Lisboa Fashion Week: the last time we played outside
L’ultima volta che abbiamo giocato in strada. L’ultima volta che abbiamo guardato i cartoni animati. L’ultima volta che abbiamo chiesto il permesso di restare a casa di un amico. Poi, senza accorgercene, arriva il momento in cui diciamo “Non aspettatemi per cene”, dichiarando inconsapevolmente l’inizio dell’adolescenza.
La nuova collezione di Mestre Studio, intitolata Don’t wait for me for dinner, si insinua in quella soglia impercettibile tra infanzia e ribellione, in un equilibrio fragile tra il candore dell’ingenuità e il desiderio di affermazione individuale. Un rito di passaggio che si traduce in una moda che oscilla tra memoria e scoperta, tra il comfort di un maglione fatto a mano e la dichiarazione di indipendenza di un paio di jeans sdruciti.

La narrativa della collezione si sviluppa attraverso knitwear artigianale realizzato con filati Tricots Brancal, denim Troficolor e tessuti Burel, materiali che, punto dopo punto, costruiscono un racconto di transizioni e nuovi inizi. Oversize e proporzioni fluide si alternano a silhouette più scolpite, evocando il cambiamento fisico ed emotivo che accompagna la crescita. Il layering diventa un linguaggio espressivo: camicie che sbucano da sotto pullover a maglia grossa, giacche che avvolgono il corpo con noncuranza, tessuti trattati che portano i segni di una storia vissuta.
Più che una collezione, quella per l’Autunno Inverno 2025 2026 è un viaggio visivo e materico attraverso la nostalgia, l’irrequietezza e l’euforia del diventare adulti. Mestre Studio cattura la transizione con una poetica urbana e malinconica, tracciando una mappa sartoriale di ricordi ed emozioni che appartengono a tutti.


IED GRADUATE FASHION SHOW: NOSTALGIA FOR THE FUTURE
Esiste una nostalgia per ciò che non abbiamo mai vissuto? IED – Istituto Europeo di Design risponde a questa domanda attraverso la sfilata Nostalgia for the Future, un viaggio visionario che esplora il desiderio di un futuro ancora da immaginare, dove il rimpianto per ciò che non è mai stato si mescola con l’aspirazione verso l’ignoto.
Presentata nel contesto della Lisboa Fashion Week, questa collezione collettiva raccoglie le visioni di sei giovani designer provenienti dai campus IED di Italia e Spagna: Adele Domini (IED Torino), Alexia Sedda (IED Cagliari), Gaizka Albizu (IED Bilbao), Leonardo Fizia Letti (IED Roma), Letizia Lucchini (IED Milano), Rat Borrell (IED Barcelona).



La sfilata dei 6 designer del futuro è un manifesto di creatività e social responsibility, dove materiali sostenibili si intrecciano con estetiche ibride, in bilico tra sport ed eleganza, follia e tradizione. Ogni silhouette è una finestra aperta su un tempo non ancora scritto, un punto d’incontro tra passato e innovazione, tra forme riconoscibili e nuove possibilità stilistiche.
In un mondo che chiede costantemente di definire chi siamo e cosa vogliamo diventare, queste collezioni invitano a guardare oltre il presente, a immaginare l’estetica di un domani più consapevole, audace e inclusivo.



NUNO BALTAZAR: INTERMISSION
Intermission. Una pausa, una sospensione, un intervallo tra atti, tra stati d’animo, tra il dentro e il fuori. È su questa nozione fluida che Nuno Baltazar costruisce la sua 42ª collezione, un viaggio attraverso spazi e tempi indefiniti, dove la moda diventa un processo di introspezione e dialogo con l’identità.
La collezione Autunno Inverno 2025 2026 di Nuno Baltazar si muove tra geografie emotive, pratiche artistiche, conflitti interiori e pause creative, cercando di catturare l’essenza di ciò che esiste nel frammento, nell’intervallo, nella distanza tra il corpo e l’abito. Ogni capo è un palinsesto, una stratificazione di significati, dove il massimo decoro si scontra con l’essenzialità più pura, e il lato interiore del tessuto si fa protagonista quanto la sua superficie.

Le silhouette dialogano con questa ricerca di equilibrio e opposizione: strutture architettoniche si sovrappongono a tessuti fluidi, dettagli volutamente esposti rivelano l’anima nascosta dell’abito, mentre texture ricche e volumi audaci convivono con tagli minimalisti, come strati di un personaggio ancora in divenire.
Con Intermission, Nuno Baltazar firma una collezione che va oltre il concetto di vestibilità per entrare nel territorio della riflessione estetica e filosofica. La moda diventa un respiro, un momento sospeso tra passato e futuro, un’interrogazione costante sul senso dell’abito e della nostra relazione con esso.


BÁRBARA ATANÁSIO: PROPHECY OF THE PRESENT
La profezia è già qui, incisa nell’iper-realtà di un mondo in overdose di stimoli. Con Prophecy for the present, Bárbara Atanásio firma una collezione che è manifesto e paradosso, una riflessione sul nostro tempo in cui l’assurdo diventa l’unica bussola possibile.
Viviamo l’era della globalizzazione della stupidità, immersi in un universo in cui ogni emozione è medicalizzata, ogni pensiero è filtrato, ogni azione è messa in scena. In questo teatro contemporaneo, la moda diventa ornamento e prigione, sia simbolo di ribellione che di resa. Siamo in bilico tra il nonsense e la tradizione, tra il desiderio di dissociarci e la necessità di sopravvivere all’assurdo.

Il linguaggio visivo di Bárbara Atanásio attinge alla matrice Dadaista, destrutturando codici estetici e ricombinandoli in un collage inedito: forme esasperate, contrasti materici, dettagli glitchati che sembrano provenire da una dimensione virtuale. Ogni capo è una provocazione, un’iperbole, una simulazione del presente che si ribella alla sua stessa ripetizione.
Tra ironia e tragedia, caos e precisione sartoriale, la collezione Autunno Inverno 2025 2026 è una dichiarazione di guerra contro il conformismo dell’era digitale, un invito a guardare il mondo con occhi disillusi ma iper-lucidi, a vestirsi di assurdo per sopravvivere alla logica dell’insensato.


ARNDES: BORROWED CLOTHES
La moda è un gioco di contrasti, un’arte che si nutre di opposti. Con Borrowed clothes, Arndes indaga la metamorfosi dei materiali classici, sfidando le nozioni convenzionali di proprietà, temporalità e trasformazione. L’atto di vestire si fa narrazione, un intreccio di storie e frammenti, di incontri casuali che prendono forma nell’abito.
I tessuti tradizionali — shirting, lane pesanti, maglieria infeltrita — vengono riassemblati in una collezione che è una mappa di connessioni invisibili, cuciture che uniscono passato e presente, righe e quadri che sfidano la linearità, silhouette che oscillano tra il tailoring rigoroso e l’oversize fluido. Il risultato è una serie di capi che evocano una memoria collettiva, un archivio di texture e forme che trascende la stagionalità.
L’ibridazione estetica è il codice centrale della collezione: slim e oversize si incontrano in proporzioni dissonanti, il vecchio e il nuovo dialogano in una tensione perenne, mentre la pelle — l’unico elemento immutabile — diventa il simbolo di una presenza costante, inalterata dal tempo. Il confine tra capo d’archivio e innovazione si dissolve, lasciando aperta la domanda: bargain o concept? La risposta rimane sospesa, proprio come le infinite possibilità della moda.



DUARTEHAJIME: KAERU
Il viaggio del ritorno è un atto di trasformazione. Kaeuru, il termine giapponese che significa “ritornare” ma anche “rana”, diventa il fulcro simbolico della collezione Autunno Inverno 2025 2026 di Duartehajime, che fonde tre archetipi potenti: lo spirito indomito del Samurai, la mutevolezza adattiva della Rana e la forza caotica e distruttiva dell’Oni.
Questa narrativa di dualità e metamorfosi si traduce in un linguaggio estetico forte e strutturato, dove le silhouette si muovono tra il rigore della disciplina marziale e la fluidità della trasformazione. Il nero, il grigio e il blu profondo evocano la determinazione del guerriero, mentre il rosso e le sfumature di verde e menta incarnano la rinascita, il mutamento e l’equilibrio tra opposti.
Attraverso una lavorazione attenta dei materiali e una costruzione sartoriale che mescola tradizione e sperimentazione tessile, la collezione racconta il coraggio di evolversi, di abbracciare il caos per trovare un nuovo centro di gravità. Un inno alla resilienza, alla forza silenziosa che nasce dal cambiamento.


