Milano Design Week 2025: il design come strumento creativo per interrogarsi sul mondo

Tre incontri dedicati all’arte, al design e alla comunicazione visiva. Protagonisti dei confronti creativi Flaminia Veronesi, Marcantonio Raimondi Malerba, Marco Colonna Romano, Jacopo Ascari, Domenico Principato e Antonio Lanzillo

In occasione della Milano Design Week 2025, il flagship store Ploom di Corso Como, 8 si è trasformato in un osservatorio privilegiato dedicato all’arte, all’interior design e alla comunicazione visiva. Un itinerario aperto e multidisciplinare, declinato in tre serate, capace di intrecciare sensibilità eterogenee e prospettive non convenzionali. Un contesto raccolto ma vibrante, dove lo spazio trasformato in lounge d’eccezione allestita con la Afrika Collection firmata da Marcantonio per Slide, ha ospitato un discorso sul design inteso come espressione profonda del presente.

La meraviglia come gesto politico: l’arte secondo Flaminia Veronesi

La prima serata ha visto la partecipazione dell’artista Flaminia Veronesi, introdotta da Giulia Ronchi. Un incontro immersivo, quasi performativo, in cui l’artista ha articolato una riflessione a tutto tondo sul potere trasformativo dell’immaginazione. Veronesi ha raccontato infatti il proprio percorso come un processo di riconquista dell’infanzia, non come nostalgico ma come facoltà archetipica del pensiero creativo. «Il mio lavoro nasce dal gioco. Dalla possibilità di restare in due dimensioni contemporaneamente, proprio come fanno i bambini: sapere che una cosa non è reale eppure viverla come tale».

Giulia Ronchi e Flaminia Veronesi, ph. Alessandra Trucillo

In un dialogo appassionato, l’artista ha restituito una dignità concettuale al termine “fantasia”, troppo spesso relegato ad un ambito accessorio. Attraverso la lente della meraviglia, intesa come principio conoscitivo, l’artista ha proposto una via di fuga dall’ideologia dell’efficienza, per tornare invece a una visione del mondo che includa il sacro e il simbolico. «La meraviglia è un altro modo per relazionarsi al trascendente. È un gesto di apertura che ci restituisce la complessità dell’esistenza, non per semplificarla, ma per abitarla davvero».

Milano Design Week 2025
Flaminia Veronesi, ph. Alessandra Trucillo

Materia e visione: tra arte, industria e natura

La seconda serata ha ospitato un confronto tra il designer Marcantonio Raimondi Malerba e Marco Colonna Romano, CEO di Slide. Moderati da Danilo Premoli, i due ospiti hanno dialogato su un design che sappia coniugare ironia, sostenibilità e memoria materica. «Le idee non si cercano. Germogliano, come tutto ciò che è vivo. È un atto primordiale, e al tempo stesso altissimo» hanno spiegato. Marcantonio ha raccontato il suo processo come un fluire continuo tra arte e funzione, in cui l’oggetto non si limita a “essere utile” ma racconta, abita e crea legami. Marco Romano ha invece voluto sottolineare la responsabilità dell’industria nel tradurre questi linguaggi in sistemi sostenibili, anche a livello produttivo, con l’impiego di bioplastiche da canna da zucchero, plastiche oceaniche e riciclo post-industriale.

«Il design sostenibile non può essere un lusso. Deve diventare la norma, senza costare di più». Nel racconto delle collaborazioni — dalla collezione Afrika al prototipo (ancora irrealizzabile) di una lampada che diffonde profumo – emerge un approccio al progetto come gesto condiviso, dove l’identità della marca e quella dell’autore si intrecciano in un racconto a più mani, senza mai smarrire il piacere del gioco.

Il disegno come atto culturale e rappresentazione del contemporaneo

A chiudere il ciclo, un talk sulla comunicazione visiva e sul ruolo del segno nel design contemporaneo. Jacopo Ascari ha introdotto il tema con una riflessione sulla “scuola italiana del disegno”, dove la tradizione artistica si rinnova come linguaggio tridimensionale. Non più (solo) illustrazione, ma progetto, superficie, racconto. «Il disegno non è decorazione. È pensiero visivo. È modo di abitare il mondo». Nel corso del suo intervento, l’artista ha sottolineato come oggi l’illustrazione sia chiamata a farsi materia diventando rivestimento, prodotto, linguaggio editoriale e spazio architettonico. L’illustrazione contemporanea, soprattutto in ambito italiano, si muove in bilico tra arte e funzione, tra immaginario e industria, mostrando una straordinaria capacità di adattamento e visione.

Milano Design Week 2025
Domenico Principato, Jacopo Ascari e Antonio Lanzillo, ph. Alessandra Trucillo

Domenico Principato, illustratore e consulente creativo, ha spiegato come il suo approccio all’immagine sia profondamente narrativo, ma anche critico: per lui il disegno è uno strumento di osservazione sociale, un mezzo per restituire complessità a un presente spesso banalizzato dalla comunicazione rapida e algoritmica. «Per me disegnare significa prendere posizione. È un gesto politico, è il mio modo di abitare e di interrogare il mondo”. Principato ha raccontato anche come la sua formazione classica e artistica, unita a uno sguardo interdisciplinare, lo abbia condotto verso una pratica che integra arte, antropologia, filosofia e strategia visiva. Ogni segno, ogni composizione è parte di una riflessione più ampia, spesso trasversale, sul ruolo delle immagini nella costruzione dell’immaginario collettivo.

Milano Design Week 2025
Domenico Principato, ph. Alessandra Trucillo

Antonio Lanzillo, architetto e designer pluripremiato, ha portato sul palco la prospettiva di chi si misura quotidianamente con l’industria, la produzione e le logiche di sistema. Eppure, nel suo lavoro non viene mai meno una tensione poetica e simbolica. I suoi progetti, dalla panchina Repower alla collaborazione con grandi nomi del design, riflettono una volontà precisa: quella di far dialogare funzione e visione, tecnologia e senso. «Il designer oggi deve essere un interprete. Un traduttore fluido tra mondi diversi: dall’impresa alla città, dal digitale alla materia». Il suo lavoro parte proprio dalla contaminazione, un processo alimentato da teatro, cinema, letteratura, osservazione urbana. L’idea nasce in un sessantesimo di secondo, ma è il frutto di infinite connessioni, di uno sguardo curioso e mai lineare.

Milano Design Week 2025
Antonio Lanzillo, ph. Alessandra Trucillo

La serata ha restituito un’immagine plurale del fare creativo oggi. Tutti e tre i protagonisti hanno infatti insistito su due concetti chiave: contaminazione e coerenza. «Ogni progetto è un mondo a sé. Ma il segno, se è autentico, resta riconoscibile anche attraverso media e contesti differenti» hanno spiegato. In un tempo saturo di immagini e narrazioni effimere, questo talk ha ribadito il valore del disegno come spazio di resistenza: non un gesto decorativo, ma un atto culturale, capace di restituire concretezza al visibile.

Un esclusivo party serale pensato per celebrare ognuna delle tre serate

Ciascuna delle tre serate si è conclusa con un’atmosfera ricercata, trasformando il flagship store Ploom di Corso Como 8 in un luogo d’incontro e di convivialità. Un ciclo di cocktail party, resi unici da una selezione musicale curata da giovani talenti della scena musicale contemporanea, hanno saputo tradurre in suono e movimento lo spirito dell’intero progetto. Lurayana ha inaugurato il primo appuntamento con le sue sonorità avant-pop, accompagnando il pubblico in un paesaggio emotivo sospeso tra sperimentazione e poesia.

La seconda serata è stata scandita dal vibrante dj set di VEEZY, mentre l’ultimo incontro è stato animato dalle sonorità elettroniche e techno di RIP, capaci con la loro musica di trasformare l’ambiente in una dimensione ipnotica e coinvolgente. A fare da cornice, un dehors curato con arredi di Marcantonio per Slide, e una proposta enologica d’eccellenza firmata RIRÒ Wines e VOGA Italia. Un’occasione di incontro, dove il design si è fatto gesto conviviale e il ritmo ha prolungato il senso più profondo dell’abitare creativo.